Vanessa Nakate, attivista ugandese che nella sua vita ha denunciato spesso i cambiamenti climatici, è intervenuta ai microfoni di Piazza Pulita per parlare delle auto elettriche, che vengono viste come una soluzione all’inquinamento e alla limitatezza di risorse ma in realtà portano con sé problemi non da poco, come lo sfruttamento di donne e bambini. L’attivista ha dichiarato che le auto vengono realizzate con minerali estratti da donne e bambini nelle miniere.
L’attivista ugandese, intervenuta ai microfoni di LA7, ha parlato di giustizia climatica, spiegando che l’adozione di macchine elettriche non va affatto in questa direzione. Il motivo? Proprio lo sfruttamento che c’è dietro per l’estrazione dei minerali che occorrono per la costruzione delle vetture. L’attivista ha dichiarato: “Le macchine elettriche all’inizio potevano sembrare una soluzione o un modo di agire nella direzione giusta ma non tutte le azioni climatiche sono giustizia climatica. Bisogna capire chi è che beneficia di queste soluzioni e chi ne viene danneggiato”.
Vanessa Nakate: “Auto elettriche, lo sfruttamento di donne e bambini”
Vanessa Nakate, l’attivista ugandese che per prima ha dato vita a Fridays for future dell’Uganda e che quotidianamente si batte per i cambiamenti climatici, ha parlato a Piazza Pulita delle auto elettriche. Il problema principale riguarda lo sfruttamento di donne e bambini.
La Nakate ha dichiarato: “Gran parte dei minerali che servono per produrre macchine elettriche vuol dire che donne e bambini devono camminare nelle miniere per estrarre questi minerali. Qui c’è lo sfruttamento affinché loro possanze avere macchine elettrice. Quando parliamo di giustizia climatica dobbiamo guardare oltre, capire quali sono le persone coinvolte, capire dove vengono danneggiare le persone. I veicoli elettrici spesso non fanno altro che esacerbare spesso la violenza nei confronti delle donne e del lavoro minorile. Sicuramente può essere una soluzione per le persone in Europa ma certamente non è giustizia climatica”.