Green Pass o no, vaccino o no, ma anche Ddl Zan o no, lockdown o libertà e così via: non si contano nei soli ultimi 2 anni le contrapposizioni accese, durissime e fortemente divisive che questi nostri tempi di pandemia hanno portato nel solo nostro Paese (per non parlare di quanto succede fuori dall’Italia con scontri in piazza anche violentissimi). Oggi su “La Verità” lo scrittore e pensatore Marcello Veneziani riflette sulle conseguenze dell’obbligo di Green Pass instaurato ieri per ristoranti e attività fuori casa (ma a breve anche per trasporti, lavoro e scuola) con l’ultimo Decreto Covid del Governo Draghi: prima della politica, sono i media a creare sempre di più una contrapposizione tra chi è “per la scienza” e chi invece “sceglie di andar contro alla società”. Scrive Veneziani: «ossessiva rappresentazione politica dedicando paginate ai virtuosi che caldeggiano gli obblighi, i divieti, le carte verdi, le zone rosse e i domani neri; e ai depravati che sognano una libertà come barbarie, anarchia, contagio, promiscuità, assenza di maschere e vaccini. Allo scopo, il Partito unico della sanità, in sigla Pus, non a caso, ha emesso la tessera del regime che sola permette di accedere a tutto, come nei regimi totalitari».
Secondo l’editoriale de “La Verità” il rischio fortissimo è un nuovo “razzismo sanitario”, in barba a quanto sempre in Parlamento ci si sta “scannando” sulle norme contro le discriminazioni per il Ddl Zan: «Ogni giorno editoriali, articolesse, bolle pontificie, scomuniche ufficiali abbondano sulle pagine dell’organo ufficiale del Pus, e spiegano il divario tra l’umanità e i suoi nemici, che poi corrispondono grosso modo agli elettori del centrodestra, in particolare i sovranisti». Veneziani spiega di essersi vaccinato con doppia dose, pur ammettendo di avere qualche dubbio sull’efficacia di un siero preparato a tempo di record ad un anno dall’insorgere della pandemia da COVID-19: il punto dunque non è contrastare una “fazione” con un’altra “fazione”, bensì un altro con valenza scientifica riconosciuta. «L’argomento principe su cui si impernia la campagna forzata di vaccinazione regge su un presupposto purtroppo smentito dalla realtà: non è vero che il vacci- no di massa abbatta il rischio contagi perché i due Paesi che hanno battuto tutti gli altri per efficienza e copertura vaccinale, vale a dire l’Inghilterra e Israele, capeggiano la classifica dei nuovi contagiati».
IL RAZZISMO SANITARIO E LA POLITICA INERME
Secondo Marcello Veneziani al netto delle difficoltà di questi vaccini contro la malattia, è innegabile come vi sia la diminuzione netta di vittime e ricoveri: anche per questo alla fine la scelta di vaccinarsi è stata intrapresa, ma resta l’assoluta insostenibilità della assurda «costruzione quotidiana del fossato tra due etnie, due ideologie, con relativo massacro a mezzo stampa di chi non si allinea». All’allarmismo e psicosi da lockdown, meglio un sano realismo prudente e vigilante sul rialzo eventuale di ricoveri e vittime senza però costringere nuovamente un Paese sull’orlo della depressione: questo sostiene Veneziani e per questo, dice, viene attaccato in quanto «non allineato». Il problema di fondo però, sottolinea lo scrittore, è che davanti a questa costruzione “ideologica” fatta sui media e tra la gente, non reagisce una politica troppo impantanata nel parlare ormai solo di Ddl Zan e misure sanitarie: «la democrazia e lo spazio della politica sono ridotti ai temi biologici, si può negoziare sui confini della biologia in relazione alla vita delle persone e la loro immunità. Mentre la direzione dei processi macroeconomici e sociali è rigorosamente al di fuori della loro portata, esula dagli spazi della politica e della democrazia, è affidata a gruppi, figure, esecutori e mandanti che detengono il potere decisionale».