Vera Slepoj (psicologa) “Stare a casa? Dura questa volta”/ “Quell’andrà tutto bene..”

- Davide Giancristofaro Alberti

Secondo la psicologa Vera Slepoj gli italiani faranno fatica a restare chiusi in casa per questa secondo “lockdown”: “Abbiamo vissuto un'illusione...”

Abbraccio Roma Coronavirus lapresse 2020 640x300 (Foto LaPresse)

Sono svariati gli appelli agli italiani di restare a casa. Lo ha spiegato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza «La situazione è molto seria. Evitate spostamenti inutili, state a casa il più possibile. Lavoriamo giorno e notte per evitare il lockdown ma chiedo a tutti di restare a casa», lo aveva detto già il sindaco di Milano, Beppe Sala, rivolgendosi in particolare alla popolazione più a rischio «Noi dobbiamo proteggere gli over 65. Mi rivolgo a loro, in questo momento state a casa. Purtroppo devo dirvi per il momento di rinunciare agli affetti, mi dispiace ma siete quelli più a rischio», poi lo ha spiegato anche il presidente del consiglio, Giuseppe Conte «Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare come io resto a casa. Non c’ è tempo, il contagio cresce. Adotteremo norme ancora più forti e stringente. Le abitudini vanno cambiate ore per il bene dell’ Italia: state a casa». Non sarà semplice questa volta per gli italiani assecondare le richieste dei governanti, e lo sa bene la psicologa Vera Slepoj, che ha spiegato: «Per gli italiani non sarà affatto semplice – le sue parole riportate da IlGiornale.it – psicologicamente questa volta sarà più difficile di prima».

VERA SLEPOJ: “STARE A CASA? TROPPI MESSAGGI CONFUSI, TROPPE VOCI”

«Troppi i messaggi confusi che arrivano – ha proseguito Vera Slepoj – troppe voci che parlano, e lo dico riferendomi a tutti i livelli, dai politici ai virologi. E non va bene. A Marzo era diverso, seppure con sfumature che non mi sono sempre piaciute, c’ era una voce sola, un messaggio univoco, ed è importantissimo se vogliamo che sia efficace. Oggi tutta quella incoerenza ha fatto perdere credibilità: ecco perchè avremo più difficoltà». Secondo la psicologa la popolazione ha come vissuto un’illusione: «Oggi non riusciamo più ad accettarlo perchè è stato fatto un grande errore psicologico. Si è passati dalla paura, all’illusione vuota di quell’andrà tutto bene senza fondamento, senza una costruzione di reale responsabilità è stato solo un’ utopia del cambiamento, un ottimismo dietro cui negare la realtà. Poi è arrivata l’estate che nella nostra memoria culturale è vacanza, e dunque negazione, rimozione perfino, l’economia in fondo, un alibi per far ripartire tutto e soprattutto per tornare a uscire liberamente. Da qui la riluttanza di oggi di riaccettare la chiusura. Il danno è stato negare, non c’è stata la possibilità di passaggio che ha potuto consolidare l’apprendimento ma solo un atteggiamento euforizzante fine a se stesso, liberatorio. Oggi facciamo i conti».





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