Grandi ospiti stamane durante la puntata di Dedicato, fra cui anche Veronica Maya, artista poliedrica e in particolare conduttrice dei programmi di casa Rai: “Sono nata a Parigi il 4 luglio – esordisce – i miei genitori ventenni sognatori erano lì, io parlavo solo francese poi sono arrivata in Italia, a 5 anni a Piano di Sorrento e ho iniziato a parlare italiano”. Una gioventù circondata dall’arte quella di Veronica Maya: “Mia mamma con l’influenza teatrale e lo spettacolo che va di moda a Parigi e mio padre ristoratore. Sono nata fra cucine e banchetti e il sabato sera la sera spettacolo. Da piccola ho iniziato a studiare danza e pianoforte ma era quasi un percorso obbligato, si suonava e si cantava. Conoscevo da bimba cose che non è normale che una bimba conosce. Era proprio il dna di famiglia, non potevo venire fuori diversa da mia mamma Eleonora. Quando ho detto loro che volevo fare spettacolo – ha continuato – ci sono state due fasi. mi hanno sempre lasciato la libertà, avendo avuto genitori giovani… è un concetto che ogni genitore dovrebbe dare al proprio figlio, loro mi hanno sempre fatto fare tutto, per cui ho questo senso di responsabilità. Mio padre mi disse che mi dava 500mila lire al mese e che mi sarebbero dovuti bastare, e che se avessi avuto problemi sopra la testa avrei dovuto chiamarlo ma io non l’ho mai chiamato”.
Sui suoi esordi: “Ho iniziato con Monicelli in teatro, ‘Amici miei’ il remake, e poi mi ha rapita Rai Uno, il grande direttore Del Noce”. Sui suoi tre figli Tancredi, Riccardo e Katia: “Dedico a loro tanto tempo facendo sacrifici ma come tutte le mamme. Io ci voglio essere e ci sono tanto, faccio sacrifici per esserci. Si cresce assieme, se tu li perdi non capisci la loro maturità, diversità, esigenza e bellezza. Ho fatto rinunce anche a tournée, ma non mi sono pesate, rinuncio a viaggi all’estero e a cose che non sono compatibili con lavoro e famiglia. Pur non facendo tutto ciò che sognavo sono appagata. non ne avrei fatti tre comunque se Marco non fosse presente. vorrebbe il quarto? Ci abbiamo pensato ma va bene così, poi divina provvidenza… abbiamo anche il cane, i conigli, il porcellino d’india, è una casa affollata, ogni viaggio è un trasloco. Io voglio che i miei figli siano un po’ di strada ma anche educati e per bene, sono lord un po’ scugnizzi? Brava. L’anno di pandemia? Mi attaccavo al palo con un altro anno di dad, è stato molto difficile per loro. Il fatto di essere in tanti in famiglia ha aiutato ma non è bello sentirsi chiedere quando finisce tutto, quando si possono fare delle cose, e tu le risposte non ne hai”.
VERONICA MAYA E LA DEDICA ALLA MAMMA
Sulle sue gravidanze vissute praticamente in tv: “Quando ero incinta pensavo di lavorare molto meno ma non me ne facevo un cruccio e le mie gravidanze sono state condivise col pubblico, il fatto di lavorare mi rendeva felice e forte, non pensavo a nausea, peso… mi sentivo accettata e amata, ma poi ti vengono i superpoteri in gravidanza. Io dico sempre a chi aspetta il primo figlio di credere in loro senza pensare al cesareo ell’epidurale, attraverso quel dolore si cresce, c’è lo scatto da donna a mamma”. Sulle nozze con il suo marito, Marco, celebrate tre volte: “Ci siamo sposati ai Caraibi con i figli, è stato un matrimonio della famiglia, per motivi burocratici non siamo riusciti a formalizzarlo in Italia, quindi c’è stato quello civile e quello religioso. gli ospiti sono terrorizzati temono che ci sposiamo un’altra volta”.
Infine la dedica alla mamma: “Non la sento da un po’, è complesso il rapporto mamma-figlia non è sempre pianeggiante, sono mamma a mia volta e quindi ho capito tante cose, bisogna perdorarsi e accettarsi, nessuno è privo di difetti”. Ed ecco la dedica: “Cara mamma ti scrivo, anzi no, te la faccio cantare, Life is a cabaret, con amore tua figlia. Era la sigla dei suoi spettacoli e quando andavo a fare i provini portavo sempre quella e con quella mi son conquistata dei provini, quindi grazie mamma per avermi insegnato tutto questo”.