Ieri, nella cornice di San Pietroburgo, si è tenuto il secondo vertice tra Russia ed Africa, fortemente voluto dallo zar Vladimir Putin. Il presidente ha, infatti, voluto incontrare i 40 leader del continente africano al fine di rinnovare tutta una serie di accordi e collaborazioni che affondano le loro radici ai tempi dell’Unione Sovietica. Un secondo vertice, sulla scia del primo che si tenne nel 2019, ma che a differenza di questo ha visto la partecipazione di appena 17 capi di stati e 10 primi ministri, rispetto ai 43 capi presenti a Sochi.
Secondo Putin, comunque, il vertice tra Russia ed Africa è stato “un evento cruciale” per rafforzare legami e partnership per il futuro, al fine soprattutto di dimostrare agli antagonisti occidentali che lo zar non è isolato quanto, in realtà, sia apparso nell’ultimo anno e mezzo. “Vediamo”, ha spiegato Putin, “lo stesso interesse reciproco ad agire insieme, mano nella mano, da parte dei nostri amici africani”. Al vertice tra Russia e Africa ha partecipato, nello stupore internazionale, anche il leader golpista del Burkina Faso, Ibrahim Traoré, che ha descritto l’omologo russo come un “familiare per l’Africa”. Traoré, parlando dopo il vertice, ha anche criticato la sommissione dei suoi colleghi africani davanti “all’imperialismo” dell’occidente, elogiando la Russia per la lotta “condivisa contro il nazismo”.
Il piatto offerto dalla Russia nel vertice con l’Africa
Insomma, il vertice tra Russia e Africa avrebbe avuto un’accoglienza piuttosto timida, anche se questo non riguarda sicuramente il leader del Burkina Faso. Lo scopo, dal punto di vista del Cremlino, è quello di riscoprire alcune alleanze dopo che gli occidentali hanno voltato le spalle a Putin, mentre dal punto di vista africano era quello di trovare nuove vie di sviluppo per il continente.
Il piatto messo in campo dalla Russia nel vertice con l’Africa, d’altronde, si costituisce, soprattutto, di una vasta cooperazione tecnica e militare, che passerà anche dall’apertura di “nuove missioni diplomatiche”. Il Cremlino ha promesso anche “consegne di armamenti a titolo gratuito“, oltre che di una quantità compresa tra le 25mila e le 50mila tonnellate di grano ai paesi in difficoltà (soprattutto Zimbabwe, Somalia, Burkina Fase ed Eritrea). La Russia al vertice con l’Africa ha anche promesso lo stanziamento di “90 milioni di dollari per i paesi, mentre l’importo totale del debito cancellato ha raggiunto i 23 miliardi di dollari”. Non solo, perché potrebbe aprirsi anche un percorso inizialmente esclusivo per lo Zimbabwe che passi dalla sostituzione del dollaro americano con il rublo russo come valuta principale, nell’ottica di espanderlo progressivamente a tutto il continente.