Almeno negli Stati Uniti, la variante Omicron dovrebbe mollare la presa dalla seconda metà di gennaio, ma in due anni di pandemia Covid abbiamo imparato che bisogna prepararsi per evitare sorprese. Lo sostiene anche Alessandro Vespignani, uno dei massimi esperti di epidemiologia computazionale che dirigentesi il Laboratory for the modeling of biological and Socio-technical Systems alla Northeastern University di Boston. Nell’intervista al Corriere della Sera ha spiegato che, «nonostante la minore severità del contagio e la protezione indotta dai vaccini», a causa di «numeri così imponenti» si sta «generando in molti Paesi una notevole pressione sul sistema sanitario». D’altra parte, ritiene che ad una rapida crescita dei casi seguirà poi una veloce decrescita. In questo contesto si sta discutendo dei bollettini con i dati sulla pandemia.
Per Alessandro Vespignani «tutti i dati sono importanti», perché è di essi che vive la risposta alla pandemia. «Non averli sarebbe come guidare a fari spenti di notte». Il problema riguarda la comunicazione di tali dati, ma la soluzione non è la censura per l’epidemiologo, secondo cui «non sono i dati che creano scompiglio, ma semmai il tipo di comunicazione che li gestisce». Questa dovrebbe essere più istituzionale. Bisognava spiegare che i numeri di oggi erano attesi senza fare confronti col passato, invece ci sono state dichiarazioni tranquillizzanti che sono alla base dello sconcerto delle ultime settimane.
“VACCINI NON INVINCIBILI, MA SENZA UN DISASTRO…”
C’è anche un altro errore secondo Alessandro Vespignani: «Si è cercato troppo spesso di dare certezze assolute» per rassicurare le persone, ma nella scienza non esiste bianco e nero, bensì probabilità. «Si doveva comunicare immediatamente che i vaccini non sono un’armatura invincibile», ha spiegato al Corriere della Sera. Ma quello che sta accadendo con la variante Omicron è per l’epidemiologo «la prova più lampante della importanza dei vaccini. Con il numero dei casi che vediamo oggi, sarebbe un disastro senza i vaccini». Proprio grazie a questi molto è cambiato rispetto all’inizio della pandemia. Oltre a questo, «i diversi trattamenti antivirali in arrivo ci fanno essere ottimisti».
Ma proprio perché bisogna prepararsi per scongiurare sorprese, è fondamentale rafforzare le campagne vaccinale, «pensando anche a richiami che siano aggiornati rispetto alle varianti». Bisogna anche sviluppare infrastrutture per il sequenziamento, così da monitorare l’evoluzione del coronavirus, e investire sulla sanità pubblica e il sistema sanitario, «sfinito da questi due anni di pandemia». Per quanto riguarda il divario tra vaccinati e no vax, per Alessandro Vespignani questa polarizzazione è destinata a diminuire. «Questi vaccini verranno percepiti come quelli adottati per una normale influenza. Diventerà sempre più difficile escogitare teorie della cospirazione e complotti vari. Spero di non essere troppo ottimista».