Durante il West Coast Meeting 2025, che si è tenuto a Finale Ligure, Davide Prosperi – presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione – ha rilasciato un’intervista molto significativa a Sussidiario TV in cui ha parlato del tema della speranza in tempi di guerra. Il suo intervento ha un titolo evocativo: “Riconoscere ciò che inferno non è e dargli spazio“.
Un’espressione che per Prosperi vuol dire che anche in mezzo alla distruzione e alla violenza esistono ancora pezzi di umanità, segni di bene, persone che non si arrendono e continuano a costruire. Questi segni, spesso piccoli e nascosti, sono come spiragli di luce: sta a noi accorgerci della loro presenza e aiutarli a crescere. Prosperi ha fatto l’esempio dei cristiani che vivono in Terra Santa, che nonostante le bombe e la guerra, continuano a creare legami, a costruire pace, a vivere la loro fede.
È proprio in queste realtà che, secondo Prosperi, nasce la speranza. Per dare spazio a queste esperienze positive, bisogna crederci, sostenerle e anche investirci: non solo in senso economico, ma umano, culturale e anche politico. Perché la pace vera non nasce solo dai tavoli dei potenti o dai calcoli strategici, ma soprattutto dal basso, da chi ogni giorno sceglie di costruire qualcosa invece di distruggere.
Il suo è un invito a guardare meglio ciò che accade intorno a noi: anche nei momenti peggiori, ci sono persone e comunità che non si arrendono, che tengono accesa la speranza. E quelle vanno riconosciute, custodite e sostenute. È da lì che può nascere un cambiamento duraturo.