“Un certo numero di soggetti che arrivano illegalmente sono collegati a organizzazioni terroristiche o radicalizzati”: a spiegarlo è il massimo esperto di jihadismo in Europa e Nord America, Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo alla «George Washington University» a Washington Dc. C’è un collegamento fra sbarchi e minacce alla sicurezza, come sottolineato a Il Giornale dall’esperto. “È un numero statisticamente esiguo, perché il terrorismo non è un fenomeno di massa, ma rilevante dal punto di vista della sicurezza”, sottolinea.
Notizie inquietanti arrivano dall’organizzazione libanese Hezbollah, favorevole all’idea di favorire la migrazione verso l’Europa di migliaia di profughi siriani presenti sul territorio in Libano. Hezbollah è stata inserita fra le organizzazioni terroristiche da alcuni Paesi.Vidino, che da circa 20 anni studia il fondamentalismo e la mobilitazione delle reti jihadiste, spiega: “È chiaro che la stragrande maggioranza di soggetti che arrivano illegalmente non ha alcun legame col terrorismo e non adotta alcuna ideologia estremista, però è comprovato che un certo numero – esiguo dal punto di vista statistico, ma comunque rilevante dal punto di vista della sicurezza – sia collegato a organizzazioni terroristiche o comunque radicalizzato e si attiva in certi casi come per gli attentati. Ci sono esempi significativi”.
Vidino: “Migranti legati a organizzazione terroristiche? Numero esiguo ma…”
Un esiguo numero di migranti che sbarcano in Europa sono legati a organizzazioni terroristiche o radicalizzati. Ad esempio, l’attentatore dei mercatini di Natale di Berlino 2016 Anis Amri, era sbarcato a Lampedusa. Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull’estremismo alla «George Washington University» a Washington Dc, spiega a Il Giornale: “Ci sono i casi di Amri, quello di Nizza e altri”, come l’attacco del 2020 alla chiesa di Notre Dame da parte del tunisino Brahim Aoussaoui. “Ogni anno i servizi trovano decine di persone legate al terrorismo ed espulse immediatamente. A volte soggetti già cacciati che tornano o provano a tornare coi barconi. In certi casi il sistema funziona bene, in altri si può pensare che, con numeri talmente grandi dei soggetti in arrivo, sia difficilissimo controllare. Qualcosa filtra e la casistica parla chiaro”.
Per controllare la situazione, le forze dell’ordine hanno “pochi strumenti” ammette Vidino. Intanto Hasan Nasrallah, leader del partito armato libanese filo-iraniano Hezbollah, ha dichiarato di essere favorevole all’idea di favorire la migrazione verso l’Ue di centinaia di migliaia di profughi siriani, da anni presenti in Libano. La posizione del leader aumenta dunque le preoccupazioni intorno al rischio di migrazioni incontrollate che potrebbero trasformarsi in una minaccia reale per l’Italia.