Villa Pamphili, caso tax credit: Kaufmann avrebbe ricevuto quasi un milione con tax credit per film mai prodotto. L'ex ministro Franceschini nel mirino
Il giallo di Villa Pamphili si allarga, travalicando i confini della cronaca per diventare anche un caso politico. Open ha denunciato un’operazione sospetta che coinvolge Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, l’uomo arrestato in Grecia con l’accusa di aver ucciso la compagna e la loro neonata, Andromeda. Nel novembre 2020, il Ministero dei Beni Culturali, allora retto da Dario Franceschini nel governo Conte bis, approvò un decreto che garantiva all’americano ben 863 mila euro circa di tax credit per un film “fantasma”, in quanto mai realizzato, intitolato Stelle della notte.
Kaufmann avrebbe usato come copertura una società maltese e una italiana per richiedere e ottenere il finanziamento. Alla luce di una norma vecchia sui progetti internazionali, poi abolita, non c’era l’obbligo di dimostrare l’avanzamento del film; quindi, Kaufmann riuscì a incassare finanziamenti pubblici per un film inesistente, per poi cedere il tax credit a una banca e ottenere lo sconto fiscale, senza che nessuno sollevasse dubbi.

Ora si sta valutando la revoca di questo strumento e l’applicazione di possibili sanzioni – fino a cinque anni di inibizione – a chi ha beneficiato indebitamente del credito.
VILLA PAMPHILI, IL “SISTEMA FRANCESCHINI” NEL MIRINO
Questa vicenda ha riacceso i riflettori su Dario Franceschini, ex ministro della Cultura del Partito Democratico (PD), accusato di aver concesso finanziamenti pubblici in modo discutibile, anche a registi non italiani. Maurizio Belpietro, ad esempio, in un editoriale su La Verità, si chiede come sia stato possibile che nessuno al ministero si sia accorto dell’imbroglio, accusando l’intero sistema culturale-politico (soprattutto quello legato alla sinistra) di clientelismo e negligenza nei controlli.
Franceschini è stato accusato di aver controllato il settore culturale per anni, usando fondi pubblici per mantenere consenso politico, più che per reale merito artistico. Ma Belpietro sostiene anche che, ora che il caso è venuto alla luce, la sinistra stia provando a dare la colpa all’attuale governo di centrodestra, nonostante il finanziamento sia avvenuto quando al governo c’era il centrosinistra.
GIULI PREPARA I CORRETTIVI
L’attuale ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha annunciato modifiche normative per limitare i finanziamenti automatici e mirare i fondi verso chi dimostra serietà produttiva. Infatti, il sistema del tax credit era stato introdotto nel 2008 e rafforzato nel 2016 dalla legge Franceschini, con incentivi fino al 40% delle spese di produzione.
Ma, a causa di alcune storture, avrebbe alimentato una “parabola” di quattro miliardi di euro spesi in produzioni spesso fittizie, con pochissimi film realmente distribuiti o visti dal pubblico. Una distorsione che avrebbe causato il blocco di nuove produzioni. Dunque, si sta pensando a criteri più selettivi, come l’esclusione dei progetti privi di distribuzione o girato, maggiori controlli e trasparenza sui costi dichiarati e sull’effettiva realizzazione.
