Violentata a Lignano, padre sfonda porta casa stupratori/ “Conigli, piangevano e…”

- Dario D'Angelo

Il padre della ragazza 18enne che ha detto di essere stata violentata da 5 ragazzi a Lignano Sabbiadoro è andato a casa dei presunti stupratori: "Chiedevano aiuto e..."

sondaggio (Pixabay)

Sua figlia, una ragazza di 18 anni, ha detto di essere stata violentata martedì pomeriggio a Lignano Sabbiadoro da cinque ragazzi italiani, di cui uno minorenne. Il padre, Mario (nome di fantasia, ndr), colto dalla rabbia e dal dolore ha deciso di guardarli negli occhi quei giovani senza precedenti penali, adesso indagati per violenza sessuale, che hanno approfittato della figlia. Così, ha raccontato al Corriere della Sera, “non ci ho pensato su due volte e sono partito come un missile verso quell’appartamento. Non ricordo quel tratto di strada tanta era la rabbia che provavo. Ho bussato, ho suonato. Niente“.

A quel punto il padre della giovane che ha fatto? “E allora ho sfondato la porta a spallate. Volevo vederli in faccia. Uno a uno. Si sono chiusi a chiave in una stanza. Li sentivo piagnucolare…Conigli. Poi hanno gridato aiuto, sì, pazzesco, loro chiedevano di essere aiutati dopo quello che avevano fatto a mia figlia. Le loro grida hanno richiamato alcuni condomini. Ho desistito, distrutto, vinto, incredulo“.

VIOLENTATA A LIGNANO SABBIADORO, PADRE VA A CASA DEGLI STUPRATORI E SFONDA LA PORTA

Nega, il padre della ragazza violentata, che il suo intento fosse quello di fare una strage, come qualcuno ha ipotizzato, e dice di confidare nella giustizia: “Anche se sono consapevole che potrei essere denunciato perché ho violato la proprietà privata. Ma non mi preoccupo di questo. Non è nemmeno vero che avrei voluto farmi giustizia da solo. Mia figlia mi aveva raggiunto in spiaggia. Era stravolta. Mi ha raccontato, avrei voluto chiamare la polizia, ma ero senza il cellulare. Quando sono arrivate le forze dell’ordine un poliziotto mi si è avvicinato. Ero stravolto, fuori di me, disperato. Lui si è avvicinato e ha detto «mi metto nei suoi panni, capisco». Mi sono sentito meno solo, meno triste. Voglio soltanto che mia figlia… lei parla, ci parla, ma cerchiamo di non crearle ansia. Sì, confido nella giustizia“.

Il primo pensiero, adesso, è per la figlia, che verrà presto interrogata di nuovo alla presenza di una psicologa: “Non lo so – dice il padre – ma credo stia metabolizzando quello che ha subito. Ci ha parlato, ci ha riferito. Non è stato facile per lei. Ci vorrà tempo, lo so. Per lei soprattutto, ma anche per noi. E so già che qualcuno azzarderà commenti improvvidi. Vede, la verità è che il lupo è sempre in agguato. Ed è davvero folle pensare che le ragazzine se la vanno a cercare. Si fidano, sono giovani. Erano le tre del pomeriggio o giù di lì. Cose impensabili ai nostri tempi. Io confido nella giustizia“. Nel frattempo gli indagati hanno dichiarato che la ragazza fosse consenziente e hanno lasciato Lignano. Nei loro confronti non sono state emesse misure cautelari e non hanno vincoli di permanenza in Friuli-Venezia Giulia, tant’è che hanno fatto ritorno in Veneto, Lombardia e Piemonte.





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