Lo psichiatra Vittorino Andreoli, in una intervista a La Stampa, ha commentato il caso di Giulia Tramontano, la ventinovenne incinta uccisa a Sonego, in provincia di Milano, dal compagno Alessandro Impagnatiello, che aveva una relazione parallela con un’altra donna ed era stato messo con le spalle al muro da quest’ultima. “La morte è diventata un mezzo per sbarazzarsi di un ostacolo, questa ragazza gli creava dei problemi e l’ha uccisa”, ha affermato.
Il fenomeno, secondo l’esperto, non è purtroppo così raro come l’immaginario collettivo vorrebbe. “L’omicidio ha caratteristiche esteriori di cronaca particolari però, se prendiamo in esame le motivazioni, all’origine c’è qualcosa di diffuso nel comportamento giovanile. Il killer non percepisce l’etica, la differenza tra un modo di vivere correttamente e un altro che non è accettabile, quindi non ha avuto la sensazione di aver fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare. Non prova alcun senso di colpa, ha solo eliminato un problema. Sono elementi ahimè comuni”, questa la sua analisi.
Vittorino Andreoli su caso Giulia Tramontano: “Il senso dell’amore è cambiato”
Vittorino Andreoli è dell’idea che il caso di Giulia Tramontano sia la dimostrazione di come sia cambiato il concetto stesso di amore. “Si è persa completamente la percezione dell’amore. Non c’è più, è scomparsa la cosa più straordinaria, la relazione d’amore in cui uno vuole fare tutto per l’altro, che prova piacere nel generare piacere nell’altro”, ha riflettuto. Adesso è un qualcosa di diverso e angosciante. “È un’esperienza che non ha la dimensione del tempo ma quella del consumo. È un rito che si brucia in modo estremamente rapido, basta che si dica ‘mi sono fatto quella’”.
Il sentimento è ridotto in altri termini al consumismo. “È come un acquisto su Amazon sbagliato. O una bambola di gomma che ha un meccanismo che non funziona più e la vuole sostituire con un’altra. La donna si è evoluta in questi 20-30 anni, ha fatto passi straordinari dal punto di vista affettivo, del ruolo sociale e del pensiero, ma l’uomo no. Abbiamo da una parte le donne che possono dire ‘adesso è finita‘, dall’altra questi omuncoli che non sanno stare senza le donne e non sanno affrontare le difficoltà dei rapporti”, ha concluso.