La presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, sta considerando l’imposizione di sanzioni contro il gasdotto Nord Stream 2 nel caso in cui la Russia rifiutasse un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina e la portavoce Paula Pinho ha confermato la notizia durante un briefing con i giornalisti a Bruxelles: questa proposta è emersa durante una videoconferenza con i leader di Germania, Francia, Polonia e Regno Unito, nell’ambito della visita a Kiev.
La presidente ha suggerito che le sanzioni siano una misura concreta per aumentare la pressione su Mosca, senza escludere la possibilità che vengano attivate anche senza l’adozione di nuovi pacchetti di sanzioni Ue e fonti del Wall Street Journal hanno rivelato che Von der Leyen aveva già discusso della questione con il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, venerdì scorso mettendo in luce che il blocco del gasdotto – completato nel 2021 ma mai messo in funzione a causa delle tensioni geopolitiche – potrebbe diventare una leva strategica per spingere il Cremlino a fermare le ostilità.
Von Der Leyen su Nord Stream 2 e l’Europa: tra pressioni energetiche e diplomazia
Per Von der Leyen, il Nord Stream 2 – che collega direttamente la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico – è da anni al centro di controversie tra l’Ue e Mosca, simbolo della dipendenza energetica europea e delle divisioni interne all’Alleanza e mentre Berlino ha a lungo fatto affidamento sul gasdotto in quanto fondamentale per l’approvvigionamento energetico, Paesi come Polonia e Ucraina lo hanno fortemente criticato considerandolo uno strumento di influenza russa.
La minaccia della presidente segna un cambiamento importante allineando la Commissione con le posizioni più intransigenti dell’Est Europa, soprattutto dopo l’intensificazione degli attacchi russi nel Donbass e le minacce di usare armi nucleari tattiche e l’ipotesi di sanzioni mirate al consorzio (che è guidato da Gazprom ma include anche società tedesche, francesi e olandesi) avrebbe l’intento di colpire gli interessi economici del Cremlino ma rischia di mettere ancor di più in condizioni critiche la Germania che sta già affrontando una crisi industriale legata ai crescenti costi energetici.
Nel frattempo, il Cremlino definisce l’ultimatum un “ricatto inaccettabile” mentre gli analisti avvertono che un blocco definitivo di Nord Stream 2 potrebbe portare Mosca a interrompere completamente le forniture di gas all’Europa aggravando ulteriormente la recessione economica del continente.