IL RITORNO DI VON DER LEYEN AL FORUM DI DAVOS: LA PRIMA (TIMIDA) RISPOSTA ALLE POLITICHE DI TRUMP
La prima notizia è che Ursula Von der Leyen non è più in “quarantena”: assente dalla politica europea ormai da settimane, la Presidente della Commissione UE è “tornata” con il lungo discorso tenuto questa mattina al World Economic Forum 2025 di Davos (Svizzera). Un discorso sulla politica dell’Unione, sul futuro della crisi economica, ma anche “plasticamente” una potenziale risposta appena 24 ore dopo l’Inauguration Day di Donald Trump al Congresso americano e i primi 100 ordini esecutivi firmati dal neo-Presidente USA. Von der Leyen risponde alla minaccia di dazi, al ritiro dagli accordi sul clima e all’uscita dalla OMS con una “tabella di marcia” che la prossima settimana la Commissione Europea dovrà presentare pubblicamente e di cui oggi la Presidente al suo secondo mandato ha appena tratteggiato gli elementi principali.
Una risposta pragmatica insomma non è arrivata, bensì un lungo discorso in cui la presa di coscienza europea che il mondo sta cambiando velocemente e gli Stati Uniti di Trump potrebbero non essere l’unico vero partner con cui “dialogare” nell’immediato futuro: «Siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica. Rompere i legami dell’economia globale non è nell’interesse di nessuno», ha sottolineato in apertura del discorso di Davos, «L’Europa continuerà a cercare la cooperazione. Con i nostri amici di lunga data. E qualsiasi paese con cui condividiamo interessi». Secondo Von der Leyen l’Europa sarebbe già pronta per negoziare con il neo-Presidente Trump, allontanando l’ipotesi del “tritacarne” in cui finirebbe l’Unione con la spinta propulsiva “ingombrante” dell’America: «Nessun’altra economia al mondo è così integrata come quella tra Ue e Stati Uniti», ha aggiunto la Presidente popolare riconoscendo però la necessità di negoziare quanto prima con Washington e con i neo Segretario di Stato e Ministro della Finanze del Governo Trump.
CAOS CON GLI USA, L’EUROPA GUARDA A CINA E INDIA: COSA EMERGE DAL DISCORSO DI URSULA VON DER LEYEN DA DAVOS
Serve una cooperazione maggiore ma non per forza nell’unica direzione univoca Oltre Oceano: da Davos la Presidente Von der Leyen sottolinea la necessità di dialogare con le altre superpotenze globali, anche se fino ad oggi culturalmente e tradizionalmente “lontane” dall’esperienza europea. Sono Cina e India i nomi citati nettamente da Von der Leyen, come una sorta di “avviso” all’alleato americano che minaccia dazi e politiche espansionistiche: «Il primo viaggio della mia Commissione sarà in India», ha sottolineato da Davos la leader della Commissione Europea, ammettendo però che un concreto impegno per ottenere nuovi vantaggi economici dovrà aprirsi anche con la Cina di Xi Jinping.
La guerra in Ucraina e lo scontro totale, soprattutto a livello energetico, con la Russia resta un tema irrisolto nell’immediato breve termine: eppure l’Europa deve provare ad uscire con le armi della cooperazione e della competitività, da cui il richiamo al Rapporto di Mario Draghi che già da mesi avverte Bruxelles di modificare velocemente il proprio “standard” per non rimanere schiacciati dai vari Usa, Cina e India. La “tabella di marcia” citata da Von der Leyen prenderà spunto proprio dal rapporto di Draghi sulla competitività per poter rivoluzionare i grandi dossier come AI, tecnologie energetiche, sviluppo commerciale e politiche di sicurezza. «Se volete aggiornare le vostre industrie di tecnologie pulite, se volete ampliare la vostra infrastruttura digitale, l’Europa è aperta agli affari»: il messaggio che lancia Bruxelles è netto, la sua applicazione immediata, pare, molto meno. La tabella di marcia prende spunto dai tre macro-temi assemblati dall’ex Premier italiano nel suo report: la finanza privata in collaborazione con l’innovazione (Unione dei capitali); le semplificazioni; l’energia, con investimenti in rinnovabili che paiono la risposta ancora “arzigogolata” rispetto alla massiccia politica anti-Green messa in campo da Trump.