WEBER STA CON IL GOVERNO MELONI SUI MIGRANTI (E CRITICA L’EUROPA)
Non è difficile leggere le ultime dichiarazioni di piena vicinanza al Governo Meloni sul tema migranti (in realtà da mesi è su questa linea) di Manfred Weber, leader del PPE, come un tentativo di guardare a lungo orizzonte per la scadenza delle Elezioni Europee 2024. Tra meno di un anno i grandi partiti europei dovranno scegliere i rispettivi candidati per la guida della Commissione Europea e le “manovre” a Bruxelles sono appena cominciate: «Stiamo andando incontro a un’altra grande crisi migratoria in Europa. (…). Abbiamo bisogno di azioni comuni e ci rammarichiamo molto del fatto che da parte della Commissione e degli Stati Ue non ci siano molta consapevolezza, né ascolto né molta azione verso un problema serio», queste le parole rilasciate da Weber al “Corriere della Sera” difendendo la posizione dell’Italia sull’emergenza migranti.
Il piano presentato dalla Commissione Von der Leyen è buono ma non esente da critiche, rileva ancora il leader PPE: «Servono subito accordi di riammissione chiari con i Paesi di origine. Per anni la Commissione li ha promessi, deve accelerare». Mentre ringrazia il Governo italiano di Giorgia Meloni per il modo in cui comunque continua l’opera di salvataggio e accoglienza degli immigranti sulle coste, Weber contesta tanto la Francia quanto la Germania: «Il governo tedesco e francese, ma anche gli altri, non possono stare a guardare, devono portare volontariamente i migranti con un diritto di asilo sul loro territorio». In maniera ancora più forte la posizione del leader popolare si fa stringente sul tema della recinzioni: «muri alle frontiere esterne dell’Europa? Dovrebbero essere un’eccezione ma nel caso in cui non ci siano ulteriori vie per fermare l’immigrazione clandestina, allora bisogna anche essere pronti a costruire le recinzioni».
LE MOSSE NEL PPE PER IL POST-VON DER LEYEN: WEBER, METSOLA E…
Come rileva ancora Weber al “Corriere”, «Tutti i Paesi con un confine esterno ne stanno erigendo (di muri, ndr): la Grecia con la Turchia, la Polonia e la Lituania con la Bielorussia, la Finlandia con la Russia quando ancora il governo era socialista, la Spagna a Ceuta e Melilla. Il Ppe pensa che l’Ue debba finanziare queste recinzioni perché non si tratta di proteggere i confini nazionali ma quelli europei». Il tema è chiaro: per Weber accusare il Governo di Centrodestra italiano per la gestione dei migranti è non solo miope ma profondamente sbagliato, specie se poi non vengono spese parole di protesta contro i Governi della sinistra europea che in tema di accoglienza non fanno molto più dell’Italia.
La critica insomma a Von der Leyen è piuttosto estesa e rientra nel lungo “lavorare ai fianchi” la Presidente della Commissione Europea per evitare di rivederla alla guida dell’Europa anche per i prossimi 5 anni: da mesi circola una doppia ipotesi per il futuro di Weber e del PPE in vista delle Europee. Da un lato una candidatura di contrasto contro Von der Leyen con lo stesso attuale Presidente popolare in “pole”; dall’altro, Weber potrebbe sostenere l’attuale Presidente del Parlamento Ue Roberta Metsola per una leadership più “moderata” ma comunque più orientata al centrodestra e non più alla “confusione” di ruoli e posizionamenti tra PPE e PSE come avvenuto nelle ultime due Legislature. Weber con il PPE critica però Von der Leyen non solo sul tema migranti ma anche, in maniera più decisa, sul fronte “green”: non sono piaciute affatto le decisioni di politica industriale “verde” su case, auto e clima. Con i Socialisti impegnati sulla grana Qatargate e con Macron in netta difficoltà in patria, il tentativo del PPE pare quello di non lasciare pieno spazio/contenuti ai Conservatori di Giorgia Meloni (ECR) o alla destra europea di Salvini e Le Pen.