I genitori di Yara Gambirasio hanno duramente criticato l'intervista di Bossetti a Belve Crime: il commento del loro legale al settimanale Giallo
A pochi giorni dalla recentissima intervista concessa da Massimo Bossetti – in carcere condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio – alla trasmissione “Belve Crime” di Francesca Fagnani, è arrivato il duro commento della famiglia della povera 13enne che a lungo ha aspettato una verità su quanto accaduto alla ragazzina di Brembate di Sopra e che nell’ultimo periodo si è vista più volte contestare pubblicamente quella magra consolazione che ha portato in carcere il killer.
Riepilogando brevemente quello che è successo – e qui trovate l’apposito approfondimento – è bene ricordare che Yara Gambirasio scomparve misteriosamente il 26 novembre del 2010: dopo tre lunghissimi mesi il suo corpo senza vita fu trovato a una decina di km di distanza da casa e, grazie a una traccia di DNA trovata sui suoi slip – inizialmente identificato come il famoso “Ignoto 1” – si riuscì a risalire a Massimo Bossetti, poi condannato unanimemente da tutti e tre i gradi di giudizio all’ergastolo.
Dal canto suo, Bossetti si è sempre professato del tutto innocente, sostenendo che non c’era ragione logica per cui il suo DNA fosse stato trovato sul corpo della vittima: questa stessa tesi l’ha ripetuta anche a Fagnani nella recente intervista, aggiungendo – come ha già fatto più volte nel corso degli anni – la richiesta di concedere nuove analisi di quella traccia genetica; mai concesse dal tribunale perché il DNA è stato ormai completamente consumato per le prime analisi.

I genitori di Yara Gambirasio criticano l’intervista a Bossetti: “Aggiunge dolore al dolore e crea inutili confusioni”
In tutto questo, prima dell’intervista a “Belve Crime”, l’assassino di Yara Gambirasio era già tornato alla ribalta dei media dopo che la piattaforma Netflix aveva deciso di realizzare un documentario (chiaramente innocentista nei confronti del muratore bergamasco) sul caso: già in quell’occasione la famiglia della 13enne era insorta arrivando a denunciare la stessa piattaforma per aver usato alcuni audio e video senza chiedere prima il loro consenso.
Dopo l’intervista della Fagnani, invece, l’unico commento – raccolto, appunto, da Giallo – è arrivato dall’avvocato della famiglia Gambirasio che ha definito “veramente assurda” la scelta di intervistare proprio Massimo Bossetti: secondo il dottor Andrea Pezzotta, infatti, il condannato non avrebbe “spostato nulla ai fini della verità già stabilita a suo tempo” e avrebbe ottenuto l’unico effetto di “rinnovare il dolore dei familiari della piccola Yara” e di “fare confusione su una storia che confusa non è mai stata”.
Dal canto suo, il legale della famiglia di Yara Gambirasio ha parlato della speranza – certamente vana, dato che la trasmissione ha avuto un boom di ascolti e da tempo rimbalza ovunque in rete – che i genitori della 13enne “non l’abbiano sentita“; mentre sempre significativo è ricordare quel rarissimo commento fatto dal padre della vittima, Fulvio, qualche settimana fa, chiedendo che si lasci “riposare in pace Yara” e chiarendo che “a noi questi documentari e queste interviste non interessano”.