Le zone rosse potrebbero avere un ruolo cruciale nella “fase 2” dell’emergenza coronavirus. Lo sostiene l’Istituto superiore di sanità (Iss), che ha condotto un approfondimento proprio su di esse. «Nel Sud c’è una politica di zone rosse molto utile per bloccare la diffusione. Se ci si muove con cautela, con indicatori di accompagnamento, si può percorrere questa strada», ha dichiarato il presidente Silvio Brusaferro. Il Sud si trova dunque nella condizione migliore per affrontare la “fase 2”. Non ha subito un’ondata di contagi e ha affrontato i focolai con la politica delle zone rosse che sarà fondamentale ora anche nel resto d’Italia. «Le zone rosse hanno funzionato. Codogno è stata la prima dove R0 si è ridotto al di sotto di 1. La zona viene in qualche modo cordonata con forze dell’ordine o in maniera più blanda, il concetto è che bisogna limitare la mobilità da e verso quella zona», ha dichiarato il professor Giovanni Rezza, direttore delle Malattie infettive dell’Iss. Ritiene, inoltre, che vada presa in considerazione la possibilità che «si consideri la mobilità della popolazione come fattore di rischio di diffusione dell’infezione laddove ci siano grosse differenze nella circolazione virale».
ZONE ROSSE ANCHE IN FASE 2: ISS “UTILI CONTRO CORONAVIRUS”
Le “mini” zone rosse rientreranno in un piano più ampio per la “fase 2” che richiede cautela e precauzioni. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha tracciato la sua roadmap per la prossima fase, in cui «dovremo mantenere delle misure di distanziamento sociale». Il professor Giovanni Rezza ha assicurato che saranno «strette e rigorose». Ma ha anche avvertito: «Quando arriveremo a un momento in cui il virus circolerà meno rapidamente, sarà estremamente importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio». Questo potrebbe incidere anche sugli spostamenti, anche sulle vacanze estive. In caso di nuovi focolai, andranno dunque bloccati rapidamente. Per questo le zone rosse hanno un ruolo importante, ma per evitare piccoli “lockdown” locali sarà importante pianificare ogni azione durante la riapertura con grande cautela, quindi monitorare ciò che accade per farsi trovare pronti.
Già ora ci sono molte Regioni che hanno “fermato” le comunità: sono 100 i Comuni in Italia che sono zone rosse a causa di una forte diffusione del coronavirus. E questo si è rivelato uno strumento che ha avuto effetti positivi. «C’è una forte reattività in tutto il Paese nel contenere il virus». Insieme alle zone rosse, la nuova frontiera sarà l’isolamento domiciliare: «Il sistema si sta muovendo verso questo tipo di approccio», ha assicurato Silvio Brusaferro, presidente Iss.