L'inchiesta Why Not prende il nome da una società di outsourcing di Lamezia Terme che forniva alla regione lavoratori specializzati nel settore informatico. Una dei soci ed amministratore della Why Not, Caterina Merante, insieme inizialmente agli altri due soci, che avrebbero poi parzialmente ritrattato, ha dato il via alle indagini che hanno coinvolto 19 persone, per reati che vanno dall’associazione per delinquere, alla truffa, alla corruzione, alla violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete al finanziamento illecito dei partiti. L’inchiesta è stata condotta dall’ex pm Luigi De Magistris, con un accanimento della stampa intorno alla vicenda che si è rivelata un flop giudiziario
ANTONIO SALADINO, il grande inquisito dell’inchiesta Why Not, rivela al sussidiario.net le gravi ingiustizie a cui lo hanno sottoposto stampa e magistratura
Lettera di ANDREA GEMMA a Graziano Debellini, per denunciare l’eccessiva attenzione mediatica per il Lodo Alfano, dimenticando l’agonia della giustizia civile
Invocata dal’80% degli italiani con un referendum, la responsabilità dei giudici sembra sia stata dimenticata. Lo denuncia, secondo SERGIO LUCIANO, l’arroganza dell’inchiesta “Why not”
«Questo è un rinvio a giudizio e non una sentenza, come ha ricordato oggi il Gup alla fine dell’udienza – ci tiene a sottolineare Debellini -. L’indagine è durata quattro anni. Questa è la nostra legge, va accettata e rispettata, ma sono certo della mia innocenza»
Martedì è esplosa l’indignazione. Giornalisti e politici riuniti, popolo accalorato, commenti e parole roboanti, iperboliche. Costituzione violata. Evocazioni della Birmania, della Romania di Ceausescu, di Mussolini, dei talebani
In questa intervista al quotidiano Il Riformista, ANTONIO SALADINO, considerato l'uomo-chiave dell'inchiesta Why not che ha arroventato il clima tra politica e magistratura e che ha scatenato una "guerra" di sequestri e contro-sequestri tra le procure di Salerno e Catanzaro, parla della sua condizione di indagato "eccellente", che non sa quale reato gli viene contestato e che aspetta (e chiede) un interrogatorio da quattro anni...
In questa lettera al Direttore de Il Riformista Ubaldo Casotto, vicedirettore della stessa testata, con ironia e puntualità evidenzia il metodo cinico e un po' ridicolo di processi mediatici di alcuni grandi giornali che seguono il caso Why not come fosse una spy story con un metodo che - a ben guardare - potrebbe essere applicato a chiunque con i medesimi risultati