REDDITO DI CITTADINANZA/ M5S contro la Chiesa: risorse da Imu e 8 per mille. Fassina: solo balle

- La Redazione

Il Movimento 5 Stelle lancia la proposta sul reddito di cittadinanza. Immediata la replica del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, secondo cui la copertura è insufficiente

beppegrillo_manicapelliR439 Beppe Grillo (Infophoto)

Il Movimento 5 Stelle lancia la proposta sul reddito di cittadinanza che “sarà messa in discussione con tutti i 90.000 iscritti certificati”. Dopo questo “processo di discussione democratica e diretta dal basso e in Rete”, si legge oggi sul blog di Beppe Grillo, la legge sarà ufficialmente depositata in Parlamento da parte dei portavoce M5S e sarà “la prima legge al mondo che approderà in un Parlamento dopo essere stata discussa in Rete da migliaia di cittadini”. La proposta è al momento formata da diciotto articoli e si pone l’obiettivo di “contrastare la povertà, la disuguaglianza e l’esclusione sociale nonché a favorire la promozione delle condizioni che rendono effettivo il diritto al lavoro ed alla formazione”. Nel dettaglio, il Movimento 5 Stelle propone di garantire 600 euro netti al mese a chi ne ha bisogno, così da andare a costituire un reddito netto di 7.200 euro all’anno. Ma dove trovare le risorse per coprire queste uscite? Innanzitutto dal taglio delle cosiddette pensioni d’oro, ma il Movimento 5 Stelle propone anche di prelevare una quota dall’8 per mille, di prevedere l’applicazione dell’Imu sui beni della Chiesa utilizzati per attività miste e di operare altri tagli alle spese militari. Immediata la replica del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina, secondo cui “il livello di demagogia nella discussione pubblica di proposte economiche è sempre più alto. Grillo supera tutti, impresa non facile dati i competitor in campo. Le balle di Grillo sono sempre più grosse. Il nuovo che avanza”. Secondo Fassina, infatti, “il costo complessivo supera, secondo le valutazioni più prudenti, i 30 miliardi di euro all’anno. La cosiddetta copertura – secondo l’M5S – arriverebbe dal taglio delle pensioni d’oro, dall’Imu sui beni della Chiesa e dal taglio delle spese militari. La prima voce, anche nell’ipotesi di considerare ‘d’oro’ le pensioni superiori a 3500 euro netti mensili, implica risparmi di alcune centinaia di milioni di euro all’anno”. Nel secondo caso, invece, “l’eventuale Imu sui beni della Chiesa utilizzati per attività miste porterebbe un gettito aggiuntivo di alcune decine di milioni di euro all’anno. Infine, l’azzeramento delle spese militari, non soltanto gli F-35 ma tutto, proprio tutto, a parte il ‘dettaglio’ dell’impossibilità di utilizzare risorse in conto capitale per finanziare spesa corrente, libererebbe circa 3,5 miliardi all’anno”.







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