Ana Maria, uccisa da amante/ La mamma: “Condannato solo a 19 anni, ma non fu raptus”

- Davide Giancristofaro Alberti

Ana Maria, uccisa dall'ex con una serie di coltellate: a I Fatti Vostri parla la madre della vittima e l'avvocato. La condanna all'ergastolo poi in appello la riduzione di pena

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“L’ha uccisa perchè voleva nascondere la gravidanza e la relazione, ma non si agisce così, si parla, parlando si risolvono le cose, non togli due vite, non si fanno queste cose”. Così ha raccontato la mamma di Ana Maria, uccisa a Palermo il 22 novembre del 2019 da Antonino Borgia, suo amante e condannato prima all’ergastolo e poi in Appello a 19 anni e 4 mesi. “Non sapevo che fosse incinta – ha proseguito la donna – e più ci penso me ne faccio una ragione, forse non mi voleva dare un dispiacere, ma se avesse parlato avremmo risolto, saremmo stati tutto qui, io le sarei stata accanto”. E ancora: “Io ho saputo tutto dopo”.

Sul giorno della morte della figlia: “Arrivarono i carabinieri, mi dissero che dovevo raggiungerli con loro in caserma. Poi sono arrivata e mi hanno detto la verità, avevano già visto tutto tramite le telecamere. Mi sono resa conto che mia figlia non c’era più, poi era morto anche mio marito e non avevo nessuno a cui appoggiarmi. Mi sono chiusa per dare aiuto a mio nipote (figlio di Ana Maria che oggi a 14 anni ndr)”.

ANA MARIA, L’AVVOCATO: “HA FLAGELLATO IL SUO CORPO”

In studio anche Angelo Coppolino, l’avvocato della famiglia di Ana Maria: “L’omicidio si è sviluppato in vari momenti intervallati da circa 40 minuti, ha flagellato il corpo della ragazza con una serie di coltellate, la prima in un furgone dove si erano appartati. Dopo che la ragazza era scappata, è finita in una strada chiusa da un cancello e lì riceve altre coltellate. Ana è già ferita e il Borgia continua a colpirla anche quando è a terra, poi la rassicura dicendo che l’avrebbe portata in ospedale, per poi continuare ad infierire, aveva due coltelli. Dopo l’omicidio ha occultato il cadavere, ha cercato di pulire il coltellino dal sangue, e poi è andato dal barbiere, a fare colazione, addirittura al commissariato per credere informazioni in merito al passaporto”.

La madre di Ana Maria non crede al raptus, tesi sostenuta dagli avvocati del Borgia in appello: “Se fosse stato un raptus le avrebbe dato una coltellata e l’avrebbe lasciata lì, invece ha continuato. Mia figlia – ha proseguito – per scappare da quell’uomo era andata in Romania a trovare il fratello. Mia figlia era amica di tutti, credeva nelle persone e nell’amicizia. Quando è mancata mio marito ha cercato un appoggio in una persona, noi l’avevamo adottata quando aveva 4 anni e mezzo. Suo figlio? Abbiamo passato un po’ di guai – ha proseguito la madre di Ana Maria – ma ora sembra che ne stia uscendo. Io non mi fermerò, non mi arrendo a questa sentenza”.





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