GENERALI/ I proxy advisor agli investitori di tutto il mondo: non votate per la lista di Caltagirone

- Edmond Dantès

Nella disputa per il nuovo cda di Generali, la lista del Board ha messo a segno un colpo da KO che rischia di spegnere le speranze di Caltagirone, Del Vecchio e CRT

Assicurazioni generali trieste 1280CC Adiel Io 640x300 La sede di Assicurazioni Generali a Trieste (CC_Adiel_Io)

Nella disputa per il rinnovo del nuovo cda di Generali, la lista del Board ha messo a segno un colpo da KO che rischia di spegnere le speranze di Caltagirone, Del Vecchio e CRT. Nel weekend è infatti arrivato il responso dei proxy advisor, i consulenti che danno agli investitori istituzionali i consigli e le raccomandazioni sulle indicazioni di voto da esprimere in assemblea. Ebbene, tutti i proxy advisor (ISS, Glass Lewis e Frontis) hanno raccomandato di votare la lista del Board uscente e sostenere quindi il rinnovo dell’ad Philippe Donnet e la nomina di Andrea Sironi come Presidente di Generali.

Un orientamento decisivo per guidare le scelte dei grandi investitori internazionali che con molta probabilità saranno l’ago della bilancia di questa partita su Generali. Come suggerito infatti da Iss, “gli investitori dovrebbero concentrarsi su quella tra le migliori liste di maggioranza in grado di assicurare creazione di valore a lungo termine per gli azionisti. La lista sfidante è certo più ambiziosa rispetto a quella di Generali, ma non è sicuro che la proposta di Caltagirone offra un percorso migliore, considerando fattori come il rischio di esecuzione e l’effettiva realizzazione degli obiettivi promessi”.

Un esito che arriva dopo giornate molto calde per entrambi gli schieramenti, alle prese oltreoceano con i rispettivi roadshow. Non sono mancanti i botta e risposta sulla stampa che hanno visto un Philippe Donnet risoluto nel rivendicare la bontà del proprio piano – “è un buon piano, il migliore possibile per Generali e sicuramente non lo cambieremo” al contrario di quello dei concorrenti. Come dichiarato su Repubblica, “più che un piano strategico è un insieme di slide fatte da consulenti che da una parte riflettono delle ossessioni più che delle idee, dall’altra fanno confusione tra ambizione e rischio”.

Sono seguite poi le rivendicazioni del candidato presidente della lista di Caltagirone, Claudio Costamagna, che si è detto fiducioso sull’esito della votazione. Ma qualcosa dev’essere andato storto con gli investitori, tacciati in un’intervista con Reuters proprio dal frontman di Caltagirone, di aver “mal interpretato il piano e la priorità alle operazioni di M&A” in relazione al quale, ipse dixit Costamagna sempre a Reuters,”non sarebbe un problema strapagare per il giusto asset”. I proxy advisor, unanimi, sembrano aver interpretato invece benissimo il senso di queste strane dichiarazioni e hanno raccomandato agli investitori di stare alla larga da un piano ritenuto troppo rischioso, poco argomentato e carente nella strategia.

E relativamente alla governance di Generali? Anche qui le interviste di questi giorni devono aver decisamente penalizzato agli occhi di ISS e Glass Lewis l’idea di governance proposta da Caltagirone con un Presidente non esecutivo (Costamagna) impegnato a illustrare tematiche strategiche di M&A, taglio costi (personale, almeno nei timori manifestati dai sindacati) e investimenti, e un pretendente AD (Cirinà, ndr) che, dopo esser stato licenziato da Generali, anche nel nuovo team sembra sempre essere condannato a scaldare la panchina. Ma anche sotto il profilo delle competenze, ancora lunedì, Frontis raccomandava di votare per la lista del Board uscente “perché a nostro avviso comprende candidati con competenze più adeguate per sostenere il management nell’affrontare la trasformazione digitale e le sfide legate alla sostenibilità.” Insomma, per la lista promossa dalla VM 2006 di Caltagirone il percorso sembra farsi ogni giorno più accidentato.

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