Travaglio: “Mimmo Lucano? Cetto La Qualunque della sinistra”/ “Soldi non suoi per…”

- Niccolò Magnani

Marco Travaglio attacca Mimmo Lucano: “è il Cetto La Qualunque della sinistra”. La figlia dell'ex sindaco di Riace protesta, il direttore del "Fatto" replica “soldi non suoi per finalità...”

Mimmo Lucano Mimmo Lucano, l'ex sindaco di Riace (LaPresse)

TRAVAGLIO DURISSIMO SULL’EX SINDACO DI RIACE: “MIMMO LUCANO IL CETTO DELLA SINISTRA”

«Mimmo Lucano? Il Cetto La Qualunque della sinistra»: era il 14 dicembre e nell’editoriale, al solito, al vetriolo del direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio veniva così definito l’ex sindaco di Riace, condannato a 13 anni e 2 mesi per illeciti nel sistema di accoglienza migranti. Parlando dello scandalo Qatargate che ha scosso il mondo della sinistra europea e delle inchieste che hanno coinvolto la famiglia del deputato di AVS Aboubakar Soumahoro, Travaglio ha scritto sul proprio quotidiano che in tema di affari, sinistra e migranti «Ne sa qualcosa Mimmo Lucano che, a furia di accoglierli a Riace, iniziò a confondere i fondi statali per i migranti col bilancio familiare e divenne il Cetto La Qualunque della sinistra (i viaggi della vorace compagna, la scuola della figlia, la bella vita della sua cricca)».

Con Cetto La Qualunque, per chi ancora non lo sapesse, si intende il personaggio iconico interpretato da Antonio Albanese che si prende beffe del mondo affarista e corrotto della politica nel Sud Italia: insomma, definendo Mimmo Lucano come il personaggio di origini calabrese inventato da Albanese, Travaglio non si è certo attirato le migliori simpatie dell’ex sindaco di Riace (in Calabria, tra l’altro) e dell’intera famiglia. E infatti negli scorsi giorni al “Fatto” è giunta risposta piccata di Martina Lucano, la figlia dell’ex sindaco condannato (ora impegnato nel processo di Appello con possibile riduzione della pena).

LA FIGLIA DI MIMMO LUCANO PROTESTA, LA RISPOSTA NETTA DEL DIRETTORE TRAVAGLIO

«In un suo editoriale Marco Travaglio scrive che Mimmo Lucano, il “Cetto La Qualunque della sinistra”, ha forse confuso il bilancio pubblico con quello della sua famiglia. Ed ha sicuramente ragione, avrebbe dovuto solo aggiungere che ciò è avvenuto a vantaggio della comunità, e con mio estremo orgoglio», scrive la figlia di Lucano al direttore del “Fatto Quotidiano”. Se suo padre rimane – a sua detta – il «simbolo (senza averlo ricercato) rimasto in piedi della sinistra», questo significa per Martina Lucano che «è restato saldo al mandato morale del suo ruolo, come sindaco, e già fuori da ogni ruolo, come continua a dimostrare con la stessa passione di sempre, anche ora che istituzionalmente non rappresenta nulla». Il “movente” dell’agire di Mimmo Lucano, conclude la figlia, è «un assoluto disinteresse verso l’arricchimento personale, è questo che ha animato l’azione politica di Mimmo Lucano sul territorio, per vent’ anni, a Riace, un borgo semiabbandonato, non certo dai palazzi di Bruxelles».

Non si fa attendere la risposta diretta di Marco Travaglio che alla figlia dell’ex sindaco di Riace cita tre passaggi della sentenza di primo grado del Tribunale di Locri: «egli non ha detto alcuna parola sulle ragioni di fondo per le quali Zurzolo Rosario (legato alla gestione del progetto Eurocoop di Camini e alle stesse logiche perverse dell’accoglienza da lui poste in essere in Riace) ha versato mensilmente a sua figlia, per svariati mesi, i soldi dell’affitto di una casa in Roma, risultando essere suo debitore per motivazioni che sono apparse più che opache (per come si trae dalle intercettazioni in atti)». Non solo, aggiunge Travaglio sempre citando il giudice di Locri, «Monitorando il conto corrente dello Zurzolo, è emerso che dal mese di gennaio del 2015 fino a quello di novembre del 2016 ha versato mensilmente a tale… il canone d’affitto dell’appartamento romano della figlia di Lucano, a nome Martina, che studiava all’università, per un totale di 9.200 euro; somma che non è stata, quindi, prelevata dallo stipendio dell’ex Sindaco di Riace (che ammontava a poco più di mille euro), il quale, peraltro, per molti mesi non ha mai effettuato alcun prelievo dal suo conto corrente per vivere, come invece avrebbe ordinariamente fatto un normale uomo medio che fosse effettivamente vissuto del suo solo reddito». Secondo il direttore del “Fatto” Mimmo Lucano avrebbe continuato a mentire, pur ammettendo di aver distratto soldi che servivano agli stranieri e che invece lo avrebbe fatto per «migliorare l’integrazione complessiva dei migranti». Per Travaglio insomma, Mimmo Lucano ha usato soldi «non suoi» per finalità che di fatto nulla c’entravano con l’accoglienza dei migranti.





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