SCIOPERO SCUOLA/ Protesta a Roma il 5 maggio contro la riforma del governo

- La Redazione

E’ previsto uno sciopero del mondo scuola per il prossimo 5 maggio contro la riforma del governo “La Buona Scuola”. Lo hanno annunciato i sindacati del settore ieri. 

Camusso_ProfiloR439 Susanna Camusso

E’ previsto uno sciopero del mondo scuola per il prossimo 5 maggio contro la riforma del governo “La Buona Scuola”. Lo hanno annunciato i sindacati del settore ieri nel corso della manifestazione della Rsu a Roma. «Manifesto rispetto per chi sciopera. Stiamo cercando di costruire consenso su “la buona scuola”, riforma culturale rivoluzionaria», scrive su Twitter il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini. Intanto il segretario della Cgil, Susanna Camusso, presente alla manifestazione della Capitale, ha dichiarato: «Questa è la prima mobilitazione dopo il ddl varato dal governo e credo che unitariamente bisogna decidere di proseguire anche con lo sciopero generale». Mentre il segretario della Uil Scuola, Massimo Di Menna, ha spiegato di voler difendere la scuola italiana statale: «Siamo preoccupati perché è in atto uno scontro tra il governo e la scuola e tra il governo e il Paese, e non serve. Vogliamo difendere la scuola italiana statale», annunciando che sarà mandata una lettera al premier e al ministro dell’Istruzione: «Nelle prossime ore manderemo una lettera al ministro dell’ Istruzione, Stefania Giannini, e al premier Matteo Renzi per comunicare che il 5 maggio la scuola si fermerà». «Abbiamo incontrato le forze parlamentari per spiegare le nostre ragioni» e «non siamo stati ascoltati. Serve un piano di assunzioni e serve che sia fatto per decreto – ha chiarito Di Menna – no inoltre all’art.12 al ddl, che per dare retta alla Corte europea stabilisce che dopo 3 anni di lavoro precario un docente sia licenziato. No infine al preside con super poteri». Il segretario generale della Cisl chiede invece al governo di fare un decreto per le assunzioni. Nel frattempo Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale del Pd ribatte: «I sindacati ritrovano l’unità contro il ddl sulla buona scuola, mentre marciavano divisi durante il governo Berlusconi, nonostante i tagli dell’allora ministro Gelmini. È uno sciopero ingiusto, perché l’esecutivo Renzi stabilizza 100mila precari, stanzia 200 milioni per il merito, investe 40 milioni per la formazione, destina 500 euro agli insegnanti per i consumi culturali», mentre Stefano Fassina, deputato Pd, sottolinea: «Il ddl ha dei lati positivi, quali l’assunzione di tanti insegnanti in più, ma ci sono altri punti che vanno corretti, quali il reclutamento degli insegnanti». E Massimo Cervellini di Sel, vice presidente della Commissione Lavori pubblici fa presente che «La buona scuola non è certo quella del ddl di Renzi dietro la bandiera mediatica dei 100 mila precari assunti. La buona scuola è quella pubblica, fatta di tutte le persone che hanno protestato in piazza». Ma il 5 maggio potrebbe essere già troppo tardi, sostiene L’Unicobas Scuola, confermando uno sciopero per il 24 aprile indetto insieme ad Anief e Usb. Questo perché la discussione del ddl di riforma della scuola inizierà il 23 aprile. Intanto in piazza il 5 maggio scenderanno anche l’Unione degli studenti, Link Coordinamento Universitario e Rete della Conoscenza. (Serena Marotta)







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