QUI ROMA/ Piepoli: Marino e Pd al 30%, M5S al 28. Ma Totti batte tutti

- int. Nicola Piepoli

Per NICOLA PIEPOLI, il caso Mafia capitale non ha tolto un solo voto al sindaco Marino, nei cui confronti la fiducia è al 30%. La stessa soglia dei consensi del Pd, mentre l’M5S è al 28%

totti_francesco_sindaco Francesco Totti

“Il candidato ideale come sindaco di Roma è Francesco Totti. Se si presentasse come figura interpartitica otterrebbe la maggioranza assoluta al primo turno”. Ne è convinto Nicola Piepoli, sondaggista e fondatore dell’Istituto Piepoli, secondo cui “il caso Mafia capitale non ha tolto un solo voto al sindaco Marino, nei cui confronti la fiducia degli elettori è al 30%. La stessa soglia dei consensi del Pd, mentre l’M5S è al 28%. Ma il partito di Renzi vuole rinviare le elezioni perché è convinto di perdere. Come diceva don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare da solo”. L’inchiesta Mafia capitale ha decimato a raffica maggioranza, giunta e staff del sindaco Ignazio Marino. Il caso politico è tutt’altro che chiuso: anzi, dopo il rientro della crisi greca, sta tornando in alto fra i titoli dei media italiano.

Perché è convinto che Mafia capitale non abbia fatto perdere voti a Marino?

Il sindaco Marino è ostracizzato da pochi “energumeni”, non dalla città. E’ meno popolare all’esterno di Roma rispetto che non al suo interno. Come i treni, che sono meno popolari tra quelli che non li prendono rispetto a quelli che li prendono. Tutt’al più Marino non è sopportato perché a Roma, volere o volare, qualsiasi persona ha un’area di “do ut des”. E l’ultimo con cui si può fare uno scambio di “do ut des” è proprio Marino.

Alla fine sarà costretto a dimettersi?

I principali partiti sono convinti del fatto che a Roma perderanno e che a vincere sarà l’M5S. La conseguenza è che lo stesso Pd, pur essendo il vincitore, vuole rinviare le elezioni.

E’ una paura infondata?

Non è che sia fondata o infondata. Il punto è che come diceva don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare da solo…

A quanto è la fiducia personale di Marino?

La fiducia personale di Marino è intorno al 30%. Non è bassissima, il sindaco tiene abbastanza bene.

Alemanno a quanto era?

La fiducia di Alemanno è oscillata tra il 22% e il 52%.

Quanto prenderebbero i singoli partiti se si votasse domani per il Comune di Roma?

A Roma il Pd è al 30%, l’M5S è al 28%, Forza Italia al 10%, Lega nord all’8%, Fratelli d’Italia al 6%.

E a livello nazionale?

A livello nazionale il Pd è al 34%, l’M5S al 24%, la Lega al 16,5%, Forza Italia all’11-11,5%, Fratelli d’Italia al 4%.

Chi è papabile per la corsa a sindaco a Roma?

Uno che sicuramente vuole fare il sindaco è l’imprenditore di sinistra Alfio Marchini. Nel 2013 però ha preso soltanto il 9,48% dei voti, e quindi è già stato battuto una volta. Faccia scendere in campo uno dei suoi cinque figli, in modo da scommettere su un giovane e capitalizzare al tempo stesso l’immagine della sua famiglia.

 

Chi altro potrebbe candidarsi?

A scendere in campo saranno anche attori e cantanti. Oppure Francesco Totti. Se il calciatore della Roma si prestasse alla politica sarebbe senz’altro eletto e lo voterebbero tutti.

 

In quale partito potrebbe candidarsi?

Totti sarebbe interpartitico. Potrebbe fare una lista civica e cooptare sia destra sia sinistra. Se fossi romano io Totti lo voterei, perché lo considero un bel manager e una persona meritocratica che non guarda in faccia a nessuno.

 

Quale percentuale prenderebbe?

Totti prenderebbe la maggioranza assoluta dei voti. Sempre però a condizione che si presentasse senza marcare a destra o a sinistra, ma appunto come interpartitico. Ma potrebbe andare bene anche come assistente di Marino, dandogli dei consigli per permettergli di decidere in funzione di ciò che chiede l’opinione pubblica. Sarebbe un’accoppiata assoluta.

 

Tra gli attori come vedrebbe una candidatura di Luca Barbareschi?

Barbareschi è molto valido, però è marcato a destra. E senz’altro il centrodestra non riuscirà a vincere a Roma. E’ più facile che a prendere il potere sia l’M5S, a meno che si presenti una figura interpartitica nel qual caso vincerà quest’ultima.

 

(Pietro Vernizzi)





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