Scatenata la persecuzone contro un film che mostrerebbe scene non accettabili dagli indù: una taglia di un politico per bruciare viva l'attrice protagonista
L’India, dietro le saghe mitiche del Mahatma Ghandi e dell’iconografia pacifista secondo la quale avrebbe vinto l’indipendenza del suo paese grazie al pacifismo come unica lotta contro l’imperialismo, è uno dei paesi dove la democrazia e il rispetto dei diritti umani sono una chimera assoluta. Divisione per caste, intolleranza religiosa da parte della maggioranza indù verso le minoranze cristiana e musulmana, persecuzioni, omicidi sono la realtà quotidiana di quella che negli ultimi anni è diventata una delle maggiori potenze economiche mondiali, basando tale crescita sullo sfruttamento più becero dei cittadini. Per non parlare degli stupri continui ai danni di minori da parte degli uomini, raramente perseguiti dalle forze dell’ordine. In questo quadro non desta stupore che un politico appartenente al partito di governo sia arrivato a offrire una taglia di dieci milioni di rupie, circa 130mila euro, a chiunque uccida bruciandola viva l’attrice Deepika Padukone. Surajpal Amu, il politico in questione, ha anche detto che spezzerà personalmente le gambe all’attore protagonista di questo film, che va a toccare le mitologie e le credenze degli indù.
Il film, prodotto dalla fiorente industria cinematografica indiana soprannominata Bollywood che si occupa di produrre soap opere di bassa qualità, si intitola Padmavati e racconta la storia di una principessa indù leggendaria probabilmente mai esistita, narrata da un poeta del sedicesimo secolo, il cui regno era stato attaccato dagli islamici. Quando la capitale stava per cadere ai nemici, la principessa insieme alle donne della città si uccisero immolandosi su una pira infuocata per sfuggire al disonore della cattura. Una eroina dunque per gli indù, ma secondo alcuni di loro il film presenterebbe scene sconvenienti, come l’amore tra di lei e il principe musulmano. Da qui la caccia alle streghe contro il film, nonostante il regista abbia negato che il film mostri queste cose. Il cast è già stato attaccato una volta da estremisti indù scatenati dal politico, e adesso probabilmente non uscirà mai nei cinema perché la polizia ha detto di non essere in grado di presidiare tutti i cinema in cui doveva essere presentato. Inoltre nei trailer la principessa si vede danzare con la pancia scoperta. Altro che talebani, altro che Isis: l’India è il regno della violenza e della prevaricazione.
