Il papa ha spiegato chi sono e cosa fanno gli angeli custodi nel giorno della loro festa: sono una compagnia per mostrarci la strada e la meta dove dobbiamo arrivare
La liturgia di oggi a Casa Santa Madre è stata dedicata dal papa a una suora presente che festeggiava i 25 anni della sua vocazione. Nel giorno della festa dei Santi Angeli Custodi, Francesco ha poi preso spunto dal capitolo 23 del Libro dell’Esodo. Essi, gli angeli, sono, ha detto, l’aiuto particolare che il Signore promette al suo popolo”. Nel cammino della vita abbiamo bisogno di essere aiutati da “compagni, protettori, bussole umane che ci aiutino a guardare dove dobbiamo andare. Perché noi uomini rischiamo di imbatterci in tre pericolo. Il primo è quello di non camminare: “quanta gente si stabilisce e non cammina, e tutta la vita è ferma, senza muoversi, senza fare niente… È un pericolo. Come quell’uomo del Vangelo che aveva paura di investire il talento”. Ma la vita che si ferma finisce per corrompersi.
LA FESTA DEGLI ANGELI CUSTODI
Il secondo pericolo è quello di sbagliare la strada “andando da una parte all’altra come in un labirinto che ci intrappola”. Il terzo pericolo è infine quello di imboccare una strada che non ci porta mai alla fine: “l’Angelo è per aiutarci a non sbagliare strada e a camminare su di essa, ma serve la nostra preghiera, la nostra richiesta di aiuto: E dice il Signore: “Abbi rispetto della sua presenza”. L’Angelo è autorevole, ha autorità per dirci. Ascoltarlo. “Da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui”. A questo punto il papa chiede ai presenti se essi parlano con il proprio angelo, se sanno che nome ha, se lo ascoltano. L’angelo infine mentre sta con noi vede anche il volto di Dio, ha concluso, è in rapporto con lui: “L’Angelo è la porta quotidiana alla trascendenza, all’incontro con il Padre: cioè l’Angelo che mi aiuta ad andare per la strada è perché guarda il Padre e sa qual è la strada. Non dimentichiamo questi compagni di strada”.
