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Home » Esteri » VENEZUELA, UE RICONOSCE GUAIDÒ PRESIDENTE/ Scontro Lega-M5s, Bruxelles crea gruppo contatto per Caracas

  • Esteri

VENEZUELA, UE RICONOSCE GUAIDÒ PRESIDENTE/ Scontro Lega-M5s, Bruxelles crea gruppo contatto per Caracas

Niccolò Magnani
Pubblicato 31 Gennaio 2019 - Aggiornato 1 Febbraio 2019 ore 00:05
Guaidó vs Maduro in Venezuela

Caos in Venezuela: Guaidó vs Maduro (LaPresse, 2019)

Venezuela, Parlamento Ue riconosce Guaidó presidente ad interim: sgarbo a Maduro. Scontro tra Lega e M5s, le ultime notizie. Bruxelles crea gruppo contatto per Caracas

Nuovi aggiornamenti sul fronte Venezuela: come riporta l’Ansa, l’Unione Europea ha deciso di stabilire un gruppo di contatto internazionale per «accompagnare il processo democratico verso nuove elezioni presidenziali a Roma». Come spiegato dall’Alto rappresentante Federica Mogherini, il gruppo sarà coordinato dall’Ue e il suo lavoro sarà soggetto a revisione dopo 90 giorni, ne faranno parte alcuni Paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, e gli Stati dell’America Latina. Ecco le parole della Mogherini: «Il gruppo di contatto non è una mediazione o un dialogo formale, ma serve ad accompagnare il percorso attraverso la pressione internazionale per permettere ai venezuelani di esprimersi in modo democratico e pacifico con nuove elezioni presidenziali. Se il gruppo di contatto non avrà una dinamica costruttiva o utile sul terreno entro 90 giorni, sarà sciolto. La prima riunione si terrà la prossima settimana». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


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TENSIONE LEGA-M5S


Nuove tensioni tra Lega e Movimento 5 Stelle, tiene banco il capitolo Venezuela. Le due forze di maggioranza si sono astenute al voto del Parlamento Europeo, ma hanno posizioni totalmente diverse sul confronto Maduro-Guaidò. Come abbiamo anticipato in precedenza, il Carroccio ha preso una netta posizione con il sottosegretario agli Esteri Picchi, che ai microfoni di Agi ha commentato: «Certamente troviamo assurde fuori dalla realtà le dichiarazioni di certi esponenti dei Cinque Stelle, anche di governo. Non hanno capito la gravità della situazione. La Lega è di tutt’altra opinione e soffre le posizioni ideologiche. La linea del governo è quella che ha espresso ieri Moavero in Parlamento». Manlio Di Stefano, esponente grillino, ha affermato che l’Italia non riconosce il leader dell’opposizione al dittatore, con Alessandro Di Battista che ha aggiunto: «L’Italia, con forza, sposi la linea del dialogo tra governo e opposizioni promossa da Messico e Uruguay». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


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PICCHI: “PRESIDENZA MADURO FINITA PER LA LEGA”


Si profila un nuovo scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle sul caso Venezuela. Nonostante l’astensione di entrambi i partiti al voto dell’Europarlamento, i grillini hanno sottolineato di non riconoscere Guaidò presidente ad interim. Ma il Carroccio rilancia: «Per la Lega la presidenza Maduro è finita. Convochi nuove elezioni autorizzando osservatori indipendenti, magari mandando l’Ocse», le parole del sottosegretario Guglielmo Picchi. E il Partito Democratico continua a punzecchiare i gialloverdi, ecco le parole di Simona Bonafè: «Il Parlamento europeo riconosce Guaido Presidente ad interim del Venezuela in difesa della libertà e della democrazia. Lega e M5S perdono l’occasione di schierarsi contro il dittatore Maduro». Queste le parole di Anna Ascani: «Ottima notizia: il Parlamento Europeo ha riconosciuto Guaidó come legittimo presidente del Venezuela. L’Europa sta dalla parte della democrazia, contro i dittatori! Trovo invece inaccettabile che qualcuno nel mio partito si sia voluto allineare a Lega e Cinque Stelle astenendosi». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)


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CASO NEL PD


Sta diventando un vero e proprio caso all’Europarlamento il voto della mozione che riconosceva, pur se non in modo vincolante, la legittimità dell’autoproclamazione di presidente ad interim del Venezuela di Juan Guaidò. Infatti, se si sapeva che gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle e della Lega era orientati verso l’astensione nel voto (che comunque ha visto prevalere nettamente i sì) e che ha scatenato il duro tweet del Presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, è scoppiato invece un vero e proprio caso nel Pd dato che tra gli “astensionisti” ci sono stati anche sei esponenti dem. Infatti, secondo quanto si apprende, sarebbero stati degli europarlamentari vicini al candidato segretario Nicola Zingaretti a non avere votato sì, con i renziani che hanno approfittato subito della cosa per criticare la decisione dei colleghi di partito. E se la corrente che fa capo al senatore di Rignano parla di atteggiamento “inaccettabile”, la replica dei zingarettiani arriva da Brando Benifei che spiega come il riconoscimento “aggrava il rischio di guerra civile nel Paese e permette al sanguinario autocrate Maduro di dipingere anche l’Unione Europea come attore di parte”, aggiungendo inoltre che le polemiche finiscono solo per danneggiare il lavoro di mediazione portato avanti dall’Alto Rappresentante italiano Federica Mogherini. (agg. di R. G. Flore)

IL TWEET DI TAJANI


L’europarlamento vota la mozione (comunque va ricordato non vincolante) che riconosce a larga maggioranza la legittimità della presidenza ad interim dell’autoproclamato Juan Guaidò in Venezuela ma a Bruxelles scoppia ugualmente la polemica. Pur se i sì sono stati 439, rispetto ai soli 104 no, a far discutere sono le astensioni (88) tra cui molte di parlamentari italiani: infatti, Lega e Movimento 5 Stelle hanno deciso in maniera pressoché compatta di non votare ma come fatto notare nelle ultime ore proprio dal presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani in un tweet, anche alcuni esponenti del Partito Democratico non hanno votato contro ma non hanno scelto nemmeno di appoggiare la mozione. “Spiace” ha scritto sul proprio profilo l’esponente di spicco di Forza Italia riferendosi al fatto che diversi eurodeputati italiani non si siano schierati “contro la dittatura di Nicolas Maduro”. (agg. di R. G. Flore)

Ho appena annunciato a @jguaido che il Parlamento Ue lo riconosce come Presidente ad interim del #Venezuela .Spiace che @M5S_Europa ,Lega (!!!) e molti del @pdnetwork si siano astenuti, senza schierarsi contro la dittatura di @NicolasMaduro


— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) 31 gennaio 2019


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