Roberta Bellesini, moglie Giorgio Faletti: il ricordo dell'artista dopo 14 anni insieme. Quando lui le chiese di sposarla in ospedale
ROBERTA BELLESINI, MOGLIE GIORGIO FALETTI: IL LORO AMORE
Inevitabile un commento sull’amore che ha unito Roberta Bellesini a Giorgio Faletti: “Eravamo complementari. Ci siamo amati. Dal primo all’ ultimo giorno”, racconta. La differenza di età (lei molto più giovane di lui) non li ha mai spaventati. I due si conobbero in casa di amici durante la finale degli Azzurri agli Europei di calcio nel 2000. “Stava per uscire Nonsense, il suo quinto album. Me ne parlò con un entusiasmo che mi colpì. E da allora cominciammo a vederci”, dice. Da quel momento e per i successivi 14 anni non si staccarono mai l’uno dall’altra, “Con Giorgio sempre pronto a rimettersi in gioco. A sperimentare. In perenne ansia da prestazione”. La proposta di matrimonio avvenne in ospedale, durante un suo ricovero: “Io gli dissi: Richiedimelo quando sarai guarito. Accettare adesso sarebbe circonvenzione di incapace”. Il libro “Io uccido” fu scritto in appena tre mesi. Il giorno della presentazione ufficiale però, Faletti fu colto da un ictus: “Una strana coincidenza”, dice oggi la moglie. Giorgio per quel libro aveva pensato di usare uno pseudonimo: “voleva firmarlo George Bed-Maker, la traduzione maccheronica in inglese del suo cognome: Giorgio Fa-letti”, eppure c’era chi dubitava fosse stato lui a scriverlo. Giorgio viene però ricordato anche per la genialità di “Signor tenente”, testo potentissimo affiancato da una musica minimale che rappresentò una grande innovazione. Ma coltivava anche la passione segreta per la pittura.
LA CARRIERA DELL’ARTISTA
Giorgio Faletti iniziò la sua carriera come cabarettista. Erano gli anni Settanta quando si esibiva nel locale milanese Derby. L’apice della popolarità lo ebbe però un decennio dopo con Drive In prima e poi Striscia la notizia. Seguirono Fantastico e Stasera mi butto… e tre. “Era lanciatissimo. Ma anche fragile. Aveva bisogno di continue rassicurazioni”, dice oggi la moglie Roberta Bellesini. Il motivo? “Giorgio era un bambino…”, dice. Sul rapporto tra Faletti e la fede, la donna spiega: “Era convinto che esistesse un altrove […] Pensava che nulla si crea e nulla si distrugge. E che ci fossero altre energie”. Ad ucciderlo fu un tumore, a causa del quale morì all’età di 63 anni il 4 luglio 2014. Dopo la sua scomparsa la moglie trovò il racconto “La ricetta della mamma” divenuto prima libro e poi un corto molto apprezzato. Della mamma, infatti, Giorgio aveva ereditato la passione per la cucina e il senso dell’ironia. Alla donna, Giorgio era estremamente legato. Dopo la morte del padre, fu lui ad occuparsi totalmente della mamma.
