Marisa Bruni Tedeschi si è raccontata alla soglia dei suoi 90 anni: l'amore e i tradimenti con il marito Alberto e la morte del figlio a 46 anni per Aids
MARISA BRUNI TEDESCHI: L’INCONTRO CON IL MARITO
Il padre di Marisa Bruni Tedeschi venne a mancare all’età di 50 anni “ma non per la guerra, ma di malattia”, dice. Lei da piccola amava il piano al punto che, ricorda, suonava anche durante la guerra. La sua famiglia non fu sempre ricca: “Il nonno paterno, da muratore, era diventato costruttore e anche quello materno si era fatto da solo: aveva una centrale elettrica. Ma mio suocero, quando lo conobbi, mi disse: ci sono famiglie che salgono e famiglie che scendono, la sua è discesa”. Conobbe il marito nel 1951. Fu un’amica a dirglielo: “pare che ti sposi con Alberto Bruni Tedeschi”. Lei, di contro, non sapeva neppure chi fosse finché non decise di andare ad un suo concerto: “Notai solo che sembrava timido. Giorni dopo, mi fece invitare a una cena. La prima sera da soli, mi disse: una cosa è certa, non mi sposerò mai”. Eppure sei anni dopo si celebrarono le loro nozze. Insieme viaggiarono tanto. “Alberto aveva 15 anni più di me e un’ intelligenza straordinaria. Mi ha insegnato tutto: musica, arte, finanza. Ci siamo molto amati”, dice. Ma si tradirono anche molto a vicenda: “Però non ci siamo mai lasciati. Era una storia d’ amore con una certa libertà. Tante cose non funzionavano più, io viaggiavo, avevo incontri, non ci nascondevamo niente e non abbiamo mai litigato per quello. È sempre rimasta la stima e l’amore profondissimo”.
I TRADIMENTI E LA MORTE DEL FIGLIO
Con Michelangeli durò un anno e mezzo. Quando rivelò al marito il nome del suo amante lui commentò con un laconico “Ti capisco”. Ma poi finì: “aveva un carattere piuttosto strampalato. Lui, che fossero amici o donne, di colpo, si stufava di una persona e la piantava. Diventò insopportabile e, una notte, uscii dalla sua casa di montagna, feci 16 chilometri a piedi nei boschi e me ne andai”, ammette ancora. Dei racconti di mamma Marisa, le figlie, che lei considera estremamente moderne, non si sono mai scandalizzate più di tanto. Parlando dei suoi figli, Marina spiega come li ha cresciuti: “Molto liberi. Hanno studiato e fatto quello che volevano. Virginio amava il mare, girava il mondo a vela, era un fotografo eccezionale. Era più chiuso delle sorelle, ma molto gentile, rispettoso. Era fantastico, purtroppo il destino… Questo è il punto triste della mia vita”. Sopravvivere ad un figlio – morto a 46 anni per Aids – per lei non è stato affatto semplice: “Sul momento, uno ha voglia di morire, poi siccome anche morire non è facile, ti adatti, trovi attività, ti giri sugli altri che rimangono, anche se ci pensi sempre, continuamente”. Oggi sogna nel suo futuro di continuare a suonare e vedere crescere i suoi nipoti. Oggi ha più rimorsi o rimpianti? “Rimorsi no, rimpianti sì: cose che volevo e non ho fatto e troppo intime da raccontare”, chiosa.
