Rachele Mussolini contro i festeggiamenti del 25 aprile: la nipote del Duce contesta l'iniziativa dell'Anpi di intonare il brano "Bella Ciao" dalle finestre
RACHELE MUSSOLINI CONTRO IL 25 APRILE: “MIO DNA NON MI CONSENTE DI FESTEGGIARE”
Rachele Mussolini si è espressa anche sulla proposta di La Russa di trasformare il 25 aprile come la giornata per commemorare le vittime del Coronavirus. “Non sono in disaccordo, ma dedicherei alle vittime del coronavirus un’altra data che non sia il 25 aprile”, ha detto. Per lei, in questa data si celebra solo ed unicamente la festa di San Marco: “Si chiama così il padre delle mie figlie e per me quel giorno è la sua festa”, ha spiegato. Poi, facendosi più seria, ha proseguito: “Il mio stesso dna non mi consente di festeggiare il 25 aprile”. Nonostante questo ha tuttavia ribadito il suo rispetto per le ricorrenze delle varie parti politiche denunciando sempre l’errore delle leggi razziali. Tuttavia, ammette, “io sono parte coinvolta della storia per ragioni familiari ed emotive”. Rachele Mussolini ha poi svelato un fatto inedito della sua vita personale legata alla morte del nonno, papà del padre, quando quest’ultimo aveva appena 17 anni. Parlando di papà Romano, scomparso nel 2006, dice: “Non riusciva a sopportare la vista delle immagini di piazzale Loreto ogni volta che venivano proiettate. Il suo era solo il dolore di un figlio che emotivamente mi ha trasmesso attraverso sentimenti di tristezza e inquietudine. Al di là del fatto che potesse essere un criminale – e non era il caso di mio nonno – vedere tuo padre a testa ingiù è uno scenario che nessun figlio avrebbe il coraggio di guardare. Dolore riflesso: anch’io come mio padre ho il rifiuto di quelle immagini. Fanno male al cuore”.
