Luigi Tenco è il protagonista della sesta puntata di "Grazie dei Fiori Ribelli", il programma di Pino Strabioli e Gino Castaldo trasmesso su Rai3
Luigi Tenco, le canzoni e Sanremo
Una delle ultime interviste di Luigi Tenco risale a poco prima della sua morte a Sanremo in cui parla proprio della sua partecipazione alla kermesse: “non mi sono mosso, è stato il festival che mi ha voluto, magari non ci fossi venuto mai”. Non solo, il cantautore rispose anche per le rime a chi gli diceva di sorridere durante la sua performance sulle note di “Ciao amore ciao”: “non hanno capito niente e poi non debbono dirmelo di sorridere perché lo so da me che faccia debbo fare quando canto una canzone che tra l’altro è mia, cioè l’ho scritta e musicata io, viene dai miei sentimenti, non dai loro. Ma qui sono abituati così: tu sorridi, tu invece muoviti un po’, tu vestiti in quel modo, tu fatti crescere i capelli, tu scuoti l’anca. Poi la gente si crede che è tutto spontaneo”. Sempre ribelle e controcorrente, l’artista parlando della sua musica e dei tempi di allora disse: “ma perché non protestano contro la situazione della scuola in Italia, contro la questione del divorzio, contro la condizione dei figli dei separati? Queste sarebbero canzoni di protesta, e invece questi protestano contro i cannoni. Dicono, anzi cantano, che vogliono mettere i fiori nei cannoni. Grazie. E chi gli ha mai detto il contrario? Chi ha mai detto: no, io, nel mio cannone, ci metto i proiettili perché mi piace ammazzare la gente? Poi, lasciamo perdere, è proprio una buffonata: questi una cosa vogliono, i soldi, e siccome c’è l’industriale che può darglieli, mandano avanti la storia della protesta. Quelli di diciotto anni già protestano contro quelli di diciannove i quali protestarono l’anno scorso contro quelli che oggi ne hanno venti. È tutta una questione discografica”.
