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Home » Cinema e Tv » VIA COL VENTO RITIRATO PERCHÉ “RAZZISTA”/ Contro il razzismo serve la censura?

  • Cinema e Tv

VIA COL VENTO RITIRATO PERCHÉ “RAZZISTA”/ Contro il razzismo serve la censura?

Davide Giancristofaro Alberti
Pubblicato 10 Giugno 2020 - Aggiornato alle ore 20:06
Una scena del film

Una scena del film

Via col vento tolto dal catalogo di Hbo Max: “Raffigura pregiudizi etnici e razziali”. Serve la censura a un film leggendario per combattere il razzismo?

Via col vento è razzista e la piattaforma HBO Max lo ritira: la mannaia della censura politicamente corretta cade pure su un film che è icona del cinema mondiale e risale al lontanissimo 1939, specchio dunque di un mondo che era logicamente ben diverso da quello di oggi. Poco importa: in questi giorni il politicamente corretto non fa sconti e tutto ciò che “puzza” di razzismo va messo al bando, fosse anche Via col vento, che per di più è anche uno dei film preferiti del presidente Donald Trump, chissà se anche questo sarà stato uno dei capi d’accusa contro il capolavoro con Clark Gable e Vivien Leigh – non sia mai che qualcuno diventi razzista guardandolo…


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Ecco dunque spietata la censura a Via col vento, capolavoro che ha conquistato otto premi Oscar, tra cui quella a Hattie McDaniel, migliore attrice non protagonista nel ruolo di Mami e prima afroamericana a vincere una statuetta. Sui social network si sono scatenati i commenti, quasi tutti contro questa censura da MinCulPop contro Via col vento: “Il razzismo si combatte educando le nuove generazioni, non nascondendo la storia o oscurando un film”. Tra le vittime della censura in America c’è anche il reality “Cops” della Paramount Network, cancellato dopo ben 33 stagioni perché “dava della polizia” un ritratto positivo. Persino questa è diventata una colpa in questi giorni: la polizia deve essere sempre dipinta come brutta e cattiva. Demonizzare la polizia (o Via col vento): è davvero questo il modo giusto di rispondere al razzismo? (Aggiornamento di Mauro Mantegazza)


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VIA COL VENTO “RAZZISTA”: CENSURATO

Il film kolossal “Via col vento” è stato rimosso da Hbo Max dal suo catalogo di servizio on demand Usa. La motivazione, il fatto che lo storico film del 1939 rappresenterebbe pregiudizi razzisti, in un’epoca in cui la sensibilità per le minoranze etniche erano lontane anni luce rispetto a quelle attuali. Una decisione che giunge nel pieno delle proteste americane a seguito dell’uccisione di George Floyd, il 46enne afroamericano che è stato ammazzato due settimane fa a Minneapoli durante un arresto violento. Il film è all’unanimità riconosciuto come una delle pellicole più belle di tutti i tempi, una pietra miliare della storia del cinema grazie anche ai suoi otto oscar, fra cui quello di attrice non protagonista ad Hattie McDaniel, prima attrice nera nella storia a vincere la prestigiosa statuetta. “Via col vento costituisce un prodotto del suo tempo – le parole di un portavoce di Hbo Max a Variety, come riferisce Repubblica – e Queste rappresentazioni razziste erano sbagliate allora e lo sono oggi e abbiamo ritenuto che mantenere questo titolo senza una spiegazione e una denuncia di quelle rappresentazioni sarebbe irresponsabile”.


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VIA COL VENTO RIMOSSO DA HBO: IL “CONSIGLIO” DI JOHN RIDLEY

Il “ban” sarà comunque temporaneo: “Queste rappresentazioni della società che sono nel film – ha specificato ancora McDaniel – sono certamente in contrasto con i valori di WarnerMedia, quindi quando restituiremo il film a HBO Max, tornerà con una discussione sul suo contesto storico e una denuncia di quelle stesse rappresentazioni, ma sarà presentato come è stato originariamente creato, perché altrimenti sarebbe lo stesso che affermare che questi pregiudizi non sono mai esistiti. Se vogliamo creare un futuro più giusto, equo e inclusivo, dobbiamo prima riconoscere e comprendere la nostra storia”. Secondo Variety, ad indurre HBO alla rimozione del film sarebbe stato un editoriale scritto sul Los Angeles Times lunedì, a firma John Ridley, sceneggiatore oscar di “12 anni schiavo”, in cui lo stesso puntava il dito nei confronti del kolossal, accusandolo di mostrare stereotipi razzisti e di glorificare la società degli Stati federati del sud, fondata sulla schiavitù dei neri.


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