Investì e uccise un agente di polizia nel 2012, ma nonostante l'evidenza dei fatti il nipote 35enne dell'inventore della Red Bull, detto il “Boss”, non è mai stato condannato. Ora però...
IL “BOSS” NIPOTE DEL NUMERO UNO RED BULL RICERCATO DALLA POLIZIA
Subito dopo lo scontro, Vorayth “Boss” Yoovidhya, sarebbe tornato a casa senza prestare alcun soccorso al povero agente appena investito. La vicenda di Vorayth “Boss” Yoovidhya è decisamente complicata in quanto nel giro di 8 anni nessuno è riuscito a fermarlo e a condannarlo, e lo scorso mese di luglio erano state ritirate tutte le accuse nei suoi confronti, con conseguente indignazione da parte dell’opinione pubblica in Thailandia, che considerava quello del nipote dell’inventore della Red Bull come un caso di impunità nei confronti di una persona dell’elite del paese. A rendere il tutto ancora più “amaro”, il fatto che lo stesso “Boss” non perda occasione per farsi vedere a cerimonie di prestigio, feste e serate mondane, con tanto di supercar al seguito. Questo motto di indignazione ha portato a nuove accuse nei confronti del “fuggiasco”: “Guida spericolata sotto effetto di cocaina – scrive IlFattoQuotidiano.it – che ha causato la morte dell’agente”. Krissana Pattanacharoen, portavoce della polizia, ha detto: “Dobbiamo fare tutto il possibile per riportarlo nel paese perché si tratta di un reato grave”.
