Papa Francesco ha autorizzato il decreto che concluderà il processo di beatificazione del prete partigiano
Vicino ai partigiani della Brigata “Stella Rossa”, durante il periodo dell’occupazione tedesca aveva trasformato la sua parrocchia in un “cantiere di carità”. Nei giorni dell’eccidio di Monte Sole, durante il quale furono sterminate 770 persone, il giovane prete fu in prima linea per soccorrere i feriti e dare degna sepoltura ai morti. Fu proprio mentre benediva le salme da lasciare nel terreno, in località San Martino di Caprara, che un ufficiale tedesco lo colpì a tradimento.
GIOVANNI FORNASINI, SALVÒ MOLTE VITE DURANTE LA STRAGE DI MARZABOTTO PRIMA DI PERDERE LA SUA
Successivamente alla sua morte, Giovanni Fornasini ricevette la medaglia d’oro al valor militare alla memoria. “Nella sua parrocchia di Sperticano – si legge nella motivazione – dove gli uomini validi tutti combattevano sui monti per la libertà della Patria, fu luminoso esempio di cristiana carità. Pastore di vecchi, di madri, di spose, di bambini innocenti, più volte fece loro scudo della propria persona contro efferati massacri condotti dalle SS. germaniche, molte vite sottraendo all’eccidio e tutti incoraggiando, combattenti e famiglie, ad eroica resistenza. Arrestato e miracolosamente sfuggito a morte, subito riprese arditamente il suo posto di pastore e di soldato, prima tra le rovine e le stragi della sua Sperticano distrutta, poi a San Martino di Caprara dove, pure, si era abbattuta la furia del nemico. Voce della Fede e della Patria, osava rinfacciare fieramente al tedesco l’inumana strage di tanti deboli ed innocenti, richiamando anche su di sé le barbarie dell’invasore e venendo a sua volta abbattuto, lui Pastore, sopra il gregge che, con estremo coraggio, sempre aveva protetto e guidato con la pietà e con l’esempio”. Il 18 ottobre 1998, il cardinale Biffi aveva aperto il processo canonico per la beatificazione di don Giovanni Fornasini. A 23 anni di distanza il processo giunge a compimento. Papa Francesco ha voluto ricordare l’importanza dell’esempio del prete di Marzabotto riconoscendolo “martire della Chiesa”.
