Organizzato dalle fondazioni Rosa dei Venti e Progetto Arca, all’Abbazia Mirasole si tiene un simposio che prova a disegnare un futuro più sostenibile e accogliente
Si può cominciare a immaginare come sarà Milano, e perché no? l’Italia, dopo il Covid, mettendo insieme Platone, un tavolo, la sostenibilità, la bellezza e un bel gruzzolo di competenze? Fondazione Pistoletto Cittadellarte Biella, Fondazione Rosa dei Venti Onlus, Fondazione Progetto Arca e Progetto Mirasole si affidano a questi ingredienti per provare a sfornare una possibile ricetta di futuro, all’insegna dello slogan “Love Difference” (Amare le differenze), capace di creare “una cultura che permetta un dialogo tra le diversità e per il superamento delle barriere, non solo architettoniche ma anche culturali”.
L’appuntamento è oggi presso l’Abbazia Mirasole, alle porte di Milano, dove si terrà il simposio dal titolo “Oltre le barriere architettoniche e culturali, modelli di città e ambienti sostenibili per il futuro: Milano, Lombardia, Italia”. Una decina di protagonisti – dalla politica al non profit e al mondo delle professioni – saranno invitati a “conversare” di sostenibilità, bellezza e accoglienza attorno all’opera dell’artista Michelangelo Pistoletto che meglio esprime il concetto di Love Difference: un grande tavolo specchiante a forma di bacino del Mediterraneo, circondato da sedie provenienti ciascuna da uno dei paesi che si affacciano su questo mare. Si comincia alle 17 con Enrico Ruggeri ospite speciale, poi alle 18, introdotti dallo stesso Pistoletto, parteciperanno all’agone oratorio Alessandro Fermi (presidente Consiglio Regionale Lombardia), Gabriele Rabaiotti (assessore Politiche sociali e abitative Comune di Milano), don Gino Rigoldi (presidente Fondazione Don Gino Rigoldi), Federica Borghi (ideatrice Travel & Joy Urban Solution), Luca Mingarelli (presidente Fondazione Rosa dei Venti onlus), Alberto Sinigallia (presidente Fondazione Progetto Arca onlus), Chiara Tonelli (architetto), Stefania Rifiordi (Founder Invisible Carpet), Atai Walimohammad (mediatore culturale, interprete e traduttore) e Stefano Bettera (autore e giornalista). Seguirà poi un aperitivo nel chiostro dell’abbazia proposto dallo Chef Marco Rossi e alle 21 la proiezione del film “Chloe & Theo”, ispirato a una storia vera che vede protagonista un senza fissa dimora (per partecipare la prenotazione è obbligatoria, scrivendo all’indirizzo mail: [email protected]).
“Tutto nasce da una donazione”, spiega Luca Mingarelli, presidente di Rosa dei Venti, onlus che da 25 anni è un’eccellenza nel campo dell’aiuto agli adolescenti con problematiche psichiche e psichiatriche. Opera nel Comasco attraverso una struttura residenziale abilitativa a Tavernerio, nella meravigliosa location di Villa Plinia, all’interno di un parco secolare di rododendri e castagni e dove sgorga una sorgente di acqua minerale naturale, e una comunità terapeutica a Casnate con Bernate, con annessi centri diurni e laboratori. “Pistoletto, riconoscendo nella nostra Onlus una risonanza sociale, ci ha donato questo tavolo per organizzare in giro per l’Italia degli eventi con cui poter raccogliere anche fondi per la nostra attività”.
Il tour, di cui Rosa dei Venti è capo-progetto, è partito da Noto, in Sicilia, a giugno, ha poi toccato Villa Olmo, sul lago di Como, e adesso il tavolo è esposto all’Abbazia Mirasole, dove rimarrà fino a settembre. Dopo di che lo riporteremo vicino a casa, al Museo tecnologico Olivetti, a Ivrea”, che dista pochi chilometri da Biella, dove ha sede la Fondazione Pistoletto Cittadellarte.
E’ lo stesso Mingarelli a spiegare perché si è scelta la formula del simposio: “L’idea, cara a Platone, è di far dialogare pensatori e competenze diverse mettendoli appunto intorno a un tavolo. Non sarà un convegno, dove ciascuno proporrà la sua relazione. Sarà piuttosto una conversazione che accade, in modo informale. Il simposio vuole essere un luogo fondativo e generativo di nuove idee. E il nostro auspicio è che poi diventino proposte concrete da presentare anche ai decisori politici”.
Mingarelli ha coinvolto subito in questo tour l’amico Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca, che racconta: “Il simposio si inserisce nel solco del Progetto Bellezza, che da quattro anni stiamo sviluppando assieme al Politecnico di Torino nei nostri centri, nei nostri dormitori e nelle nostre case. Per noi, che ci siamo sempre occupati di indigenti o di reinserimento sociale e abitativo, il Progetto Bellezza parte dal presupposto che l’uomo è una cassa di risonanza: vibra di ciò che gli succede attorno. Se una persona vive una situazione di violenza, in lui risuonerà violenza; se lo inseriamo in un contesto di pace, benessere e bellezza, in lui risuonerà tutto questo. Ecco perché la bellezza è importante e sono importanti l’arte, la lettura, la cultura e il cinema”.
L’obiettivo del simposio è infrangere le barriere di ogni tipo, ma dopo un anno e mezzo di Covid, che ha stratificato nuove barriere e nuovi distanziamenti, come si può fare? “Banalmente si potrebbe rispondere: organizzando incontri così, creando cioè momenti capaci di valorizzare le differenze, senza farle diventare guerre tra poveri. A mio avviso – spiega Mingarelli – la parola chiave è sostenibilità: dobbiamo ritrovare e rivitalizzare come risorsa la natura, rigenerando un benessere a diversi livelli e ricostruendo una nuova vicinanza. Per farlo bisogna dare spazio ai giovani affinché pensino una nuova modernità da vivere come protagonisti. La pandemia ha accresciuto le loro difficoltà e richieste d’aiuto, quindi bisogna investire su di loro”.
“Oggi viviamo come in una cella delimitata da sbarre trasparenti, che sono le nostre credenze – conclude Sinigallia -. Abbattere vuol dire eliminare queste credenze. Preconcetti e pregiudizi, se persistono nel tempo, diventano credenze ed è questo radicarsi che porta alle ghettizzazioni. E’ un lavoro profondo. Non sappiamo ancora come sarà il mondo post-Covid, sappiamo però che non possiamo pensare che tutto ritorni come prima. Il mondo è sempre in trasformazione, in ogni momento ci sollecita a un adeguamento. Bisogna stare molto attenti, sensibili e creativi, perché l’osservazione della realtà suscita risposte nuove. E il Covid ci ha insegnato che non possiamo più fare tutto da soli: la prossimità è una risorsa, la condivisione è un arricchimento”.
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