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Home » Esteri » Ucraina » DA KIEV/ “Ecco la nostra vita, tra sirene, bunker, bombe e medicinali finiti”

  • Ucraina
  • Esteri

DA KIEV/ “Ecco la nostra vita, tra sirene, bunker, bombe e medicinali finiti”

Paolo Vites
Pubblicato 28 Marzo 2022
A Kiev (LaPresse)

A Kiev (LaPresse)

Le forze russe non entrano ancora nella capitale dell'Ucraina, limitandosi a continui bombardamenti per spezzare psicologicamente la popolazione

Una giornata a Kyiv, capitale dell’Ucraina, tra allarmi antiaerei, fughe nei nascondigli sotto terra e aiuti umanitari che scarseggiano perché i russi che circondano la città non li lasciano entrare. È quello che ci racconta il nostro contatto in Ucraina, Lubomyr, tornato a Kyiv per fare da interprete ai giornalisti della stampa internazionale, rischiando così la vita: “A Mariupol un ragazzo che come me faceva da interprete ai giornalisti stranieri è stato catturato dai soldati russi, tenuto prigioniero e torturato per nove giorni” ci ha detto. A Kyiv la situazione non è ancora drammatica come nella città martire di Mariupol, ormai quasi rasa al suolo, dove i civili non riescono a fuggire perché i russi non lo permettono e dove si muore anche di fame: “Qui da noi gli allarmi anti missilistici suonano anche sei volte al giorno, di missili negli ultimi giorni ne arrivano meno di prima, ma vivere in queste condizioni, come topi che devono fuggire sotto terra, con lo stress continuo degli allarmi, è dura, ti fa andare fuori di testa”.


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Qualche giorno fa i missili russi hanno colpito un grande centro commerciale. Ci sono state vittime, erano sfollati o lavoratori dei negozi?

Ho sentito da casa mia il momento del bombardamento, è stato centrato in pieno, sono rimaste uccise otto persone. Non so dire se erano sfollati che si erano nascosti dentro al centro commerciale, o lavoratori, perché a Kyiv si fanno dei coprifuoco che durano anche 36 ore consecutive e un centro commerciale come quello avrebbe dovuto essere stato chiuso.


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I comandi russi dicono che negli edifici bombardati ci sono armi nascoste.

Dicono sempre così, ma sono menzogne. Basta vedere come è ridotta Mariupol, rasa al suolo, distrutte anche le abitazioni. Hanno ucciso famiglie e bambini, la gente non ha acqua da bere, c’è chi è morto di fame. I russi non permettono i corridoi umanitari, qualcuno riesce a fuggire trascinandosi di nascosto per le strade e i campi, ma è una situazione tragica.

Da quello che sai, viene rispettata la Convenzione di Ginevra?

Un ragazzo che come me faceva l’interprete per i giornalisti stranieri è stato preso dai soldati russi che ormai sono dentro Mariupol e torturato per nove giorni.


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Colpiscono i civili per piegare la resistenza?

Sì. È la stessa cosa che hanno fatto in Siria, in Georgia e in Cecenia, però l’Ucraina è il paese più grande d’Europa, siamo 40 milioni di abitanti. In cinque anni in Siria i russi hanno lanciato cento missili, qui in un mese ne hanno utilizzati più di mille.

Com’è la situazione a Kyiv a differenza di Mariupol?

I bombardamenti sono meno rispetto a Mariupol ma ogni giorno le sirene suonano l’allarme e dobbiamo nasconderci. Suonano anche sei volte in 24 ore, per dieci minuti o per un’ora. Tutto questo fa male psicologicamente, viviamo in un costante stato di tensione e di paura, è difficile resistere in queste condizioni.

La città è quasi del tutto circondata, perché i russi non entrano?

Entrando con i carri armati in una città si diventa facili obiettivi. Ogni tanto sento spari di mitragliatrice ma non sono scontri fra il nostro e il loro esercito. Sono infiltrati russi che cercano di entrare in città per compiere atti di sabotaggio o di spionaggio, ma per fortuna il nostro esercito è in grado di difenderci.

Dove vi nascondete quando ci sono gli allarmi aerei?

Io ho deciso di rimanere in casa, dormo in corridoio perché non ci sono finestre quindi è più sicuro in caso di una esplosione, nel mio edificio poi non ci sono cantine e comunque gli scantinati non sono sicuri in caso di bombardamento, dovrebbero avere almeno due uscite. Per fortuna a cinque minuti di distanza c’è una fermata della metropolitana e se le cose peggiorano posso andare a nascondermi lì.

Dalle foto che circolano la metropolitana è un rifugio per tanti.

In realtà ognuno decide per sé, la maggior parte delle persone si rifugia in alcuni bunker costruiti appositamente. Altri stanno a casa e altri ancora vanno nei tunnel della metropolitana.

Le chiese sono sicure? O vengono anch’esse bombardate?

Alcune chiese sono state danneggiate da missili esplosi nelle vicinanze, non ci si rifugia nelle chiese perché sono probabilmente un buon rifugio se arrivano i soldati, ma non sono al sicuro dai missili. Bisogna nascondersi sotto terra.

Gli aiuti umanitari riescono a entrare città?

A Kyiv non c’è mancanza di cibo perché è una grande città, siamo riusciti ad accumulare scorte. Peggio è per i medicinali, che cominciano a scarseggiare. Ci sono degli spacci militari per questo, l’altro giorno ci sono andato, ma avevano finito tutto, speriamo vengano riforniti presto. Solo alcuni supermercati rimangono aperti, negozi e farmacie sono tutti chiusi. Gli aiuti umanitari arrivano solo in alcuni quartieri. Nella zona est dove la situazione è peggiore, i russi non permettono che gli aiuti umanitari entrino in città.

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