Erasmo D'Angelis ha parlato della situazione siccità e della carenza d'acqua in questo periodo in Italia: "Perdiamo per strada il 42% di risorsa idrica"
Dunque, ha proseguito D’Angelis, il paradosso è che siamo ricchi d’acqua, ma siamo poveri in termini di infrastrutture idriche. Questo perché i grandi investimenti italiani negli schemi idrici si sono fermati negli anni 60 dal Novecento e “da lì in poi lo Stato ha cancellato di fatto dai fondi pubblici tutte le risorse per il bene pubblico e con la legge Galli del 1996 ha delegato per l’idropotabile tutto alle risorse della tariffa e non sono state più costruite né dighe né invasi”.
ERASMO D’ANGELIS: “SPRECHIAMO UNA QUANTITÀ INENARRABILE D’ACQUA”
L’esperto D’Angelis, sempre su “AGI”, ha puntualizzato che abbiamo 526 grandi dighe in Italia, più circa 20mila piccoli invasi, e immagazziniamo oggi più o meno l’11,3% dell’acqua piovana in questi contenitori. Cinquant’anni fa, tuttavia, “se ne immagazzinava circa il 15%, perché nel frattempo non essendoci manutenzione, sfangamenti (i sedimenti mano a mano si accumulano e lo spazio per l’acqua si riduce), il risultato è che abbiamo queste grandi dighe che non vengono ripulite perciò riescono a stoccare sempre meno acqua”.
Il quesito sorge spontaneo: se l’acqua c’è, dove va a finire? “Ne sprechiamo una quantità inenarrabile. Fatto 100 i prelievi dell’acqua, noi però sappiamo quasi tutto solo di un segmento del 20%, che è poi l’acqua che arriva al rubinetto. Ed è l’unica acqua controllata da un’autorità, che è Arera, Autorità di controllo di energia, gas, acqua che controlla le aziende idriche. E sappiamo che nei 600mila chilometri di rete idrica italiana noi perdiamo per strada il 42% di acqua. Uno scandalo, la più alta percentuale mai esistita”.
