Emma Marcegaglia, imprenditrice ed ex presidente di Luiss, Confindustria ed Eni, si racconta: il rapporto con il padre Steno e...
Steno Marcegaglia, padre di Emma, è stato un grande imprenditore, passato alla cronaca anche per il sequestro subito. L’imprenditrice ricorda: “Avevamo un’azienda ad Arzano, in provincia di Napoli: venne rapito di sera. In famiglia c’era una autentica disperazione: io e mia madre, due persone parecchio razionali, andammo persino da un santone. Non rivederlo? Il rischio fu concreto. I sequestratori erano dei ragazzotti, papà diceva loro: “Se mi fate uscire di qui vi insegno a diventare ricchi in Borsa”. Avevano abbassato la guardia e lui riuscì a fuggire. Venne però ripreso e sarebbe stato ucciso se quel giorno un elicottero fosse stato in volo sopra l’Aspromonte. In quel preciso posto c’era mio padre, che venne salvato. Prima di venire a casa è andato in azienda per vedere che tutto fosse a posto e per rassicurare gli operai. Diceva che grazie al rapimento aveva scoperto la fede”.
Gas e politica: “Ecco cosa mi aspetto”
Emma Marcegaglia, che a lungo è stata a capo dell’Eni, ha parlato della situazione scaturita dalla guerra in Ucraina, con l’aumento del costo del gas e prezzi alle stelle, che stanno costringendo tante aziende alla chiusura: “Insostenibile. Il rischio che parecchie imprese decidano di fermare la produzione o di chiudere è reale. E se un’azienda si ferma, si fermano anche i lavoratori: il che vuol dire cassa integrazione e un inasprimento del clima sociale, povertà per le famiglie e per il Paese. Non possiamo permettercelo. L’Europa deve intervenire, ogni giorno che passa è tardi”.
Allo stesso modo, l’imprenditrice conosce bene la situazione della politica. Cosa si aspetta? “Che continuino ad agire e a reagire con la stessa tempra di responsabilità, resilienza e dinamismo con cui nel corso della nostra storia, abbiamo superato altre prove difficili, sovvertendo tutti i pronostici e dimostrando al mondo che siamo un grande Paese”.
