Corsa contro il tempo il rispetto dei termini fissati dal PNRR entro il 2026. Il negoziato con l'UE sembra aver trovato una soluzione con le richieste dell'Italia: sì alla proroga al 2029.
Il Governo italiano non ha mai nascosto di auspicare ad un allungamento dei tempi di spesa del PNRR dalla scadenza prefissata per il 2026 al 2029. Il rischio sarebbe infatti quello di sforare oltre tale termine con riferimento ad alcune tipologie di investimenti.
I negoziati tra Governo e UE sembrerebbero però essere arrivati a buon punto, sebbene non vi sia ancora la parola definitiva in merito. La soluzione è stata individuata in un èscamotage che permetterebbe al nostro Paese di rimanere entro i vincoli europei utilizzando i fondi di coesione, spendibili entro il 2029. Un modo quindi per prendere più tempo, collocando gli investimenti più lenti, in termini di realizzazione, in maniera più mirata. La proposta è stata avanzata dal ministro per il Pnrr Raffaele Fitto, il quale non è indietreggiato di un passo di fronte alla fermezza europea.
Proroga PNRR: a quali condizioni ?
Innanzitutto è fondamentale che vi siano circostanze oggettive che motivino le necessità del prolungamento dei termini. ‘La Stampa’, tra queste, ha ipotizzato la carenza di materie prime, che richiederebbe un grande impiego di energie per essere colmata.
L’altra condizione da rispettare consisterebbe nel rispetto delle ‘regole di cofinanziamento’. In pratica, lo sfruttamento dei fondi di coesione implicherebbe un contributo economico nazionale, complementare a quello europeo , che si attesterebbe sul 15% del totale per le regioni meno sviluppate, sul 40 per quelle in transizione e sul 60 per le regioni maggiormente sviluppate. Alla luce di tutto ciò è facile intuire come la proroga dei tempi di spesa del PNRR sia tutto sommato possibile, ma a caro prezzo per l’Italia.
