Gaspare Spatuzza torna in libertà dopo 26 anni e una storia che affonda le radici nelle pagine più oscure e sanguinose dell'era stragista di Cosa Nostra: il pentito scarcerato...
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, la liberazione condizionale sarebbe stata concessa a Gaspare Spatuzza da due settimane, e ora non sarebbe più sottoposto ai vincoli della detenzione domiciliare in cui si trovava dal 2014. Il ritorno in libertà sarebbe stato accordato con una serie di “paletti” come non frequentare “abitualmente” pregiudicati e non uscire dalla provincia in cui vive senza autorizzazione. Gaspare Spatuzza fu arrestato nel 1997 e condannato all’ergastolo per le stragi di mafia. Dopo 11 anni di carcere avrebbe deciso di parlare con i magistrati e le sue rivelazioni furono decisive per mandare a processo anche il boss Matteo Messina Denaro per gli attentati di Capaci e via D’Amelio costati la vita ai giudici Falcone e Borsellino (procedimento ancora in corso davanti alla Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta).
Chi è Gaspare Spatuzza, dalle stragi di mafia al pentimento
Gaspare Spatuzza è nato a Palermo l’8 aprile 1964 e ora, alle soglie dei 59 anni e dopo 26 trascorsi in regime detentivo, torna in libertà. Diventato collaboratore di giustizia nel 2008, con le sue dichiarazioni avrebbe contribuito a riscrivere una parte della storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio, svelando anche il depistaggio sull’attentato al giudice Paolo Borsellino e facendo condannare anche Matteo Messina Denaro. Soprannominato ‘u Tignusu per la sua calvizie (o l’imbianchino per via del suo mestiere), era affiliato alla famiglia di Brancaccio, all’epoca guidata da Filippo e Giuseppe Graviano e si è autoaccusato del furto della Fiat 126 usata come autobomba per l’attentato di via D’Amelio.
Nel corso del suo passato criminale, Spatuzza è stato tra gli esecutori materiali dell’omicidio di don Pino Puglisi nel 1993 e del rapimento del piccolopiccolo (sequestrato, ucciso e sciolto nell’acido per vendetta nei confronti del padre Santino e del suo pentimento). Condannato per oltre 40 omicidi, durante la detenzione avrebbe iniziato un percorso di conversione religiosa e avrebbe chiesto perdono alle vittime di mafia. La decisione sulla sua liberazione condizionale sarebbe arrivata dopo che la Cassazione, nell’aprile 2022, aveva annullato con rinvio l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Roma con cui in precedenza era stata negata. Pochi giorni fa sarebbe intervenuta la nuova pronuncia, su parere favorevole delle procure antimafia interpellate.
