Il leader di Azione Carlo Calenda a Repubblica: "Le strade con Renzi sono già separate da tempo. Europee insieme? Estremamente improbabile"
Carlo Calenda pronto al vertice con Giorgia Meloni. Intervistato da Repubblica, il leader di Azione ha posto l’accento sull’apertura al dialogo da parte del primo ministro e ha rilanciato sul salario minimo: “È chiaro al Paese intero che il salario minimo serve, anche agli elettori dell’attuale maggioranza. Ed è urgente non solo per combattere l’inflazione, ma anche perché le 500mila persone a cui verrà levato il Reddito di cittadinanza devono poter trovare un lavoro che sia pagato in modo dignitoso. Non possono aggiungersi ai 5 milioni già in povertà lavorativa”.
Calenda ha sottolineato che la proposta è moderata e rafforza la contrattazione nazionale e ha un tempo di introduzione lungo, 12 mesi. Così da dare la possibilità alle varie categorie di recepire i 9 euro l’ora: “Si tratta di una soluzione molto valida, altrimenti non l’avrei firmata. E poi staremo ad ascoltarla, se lei ha altre idee immagino ce le dirà. Partendo però da un dato incontestabile: in Italia cominciano a essere troppi i contratti che non garantiscono un salario degno. Lasciare le cose come stanno non è più tollerabile, né può esserlo quello che sostiene la ministra Calderone, per la quale va rafforzata la contrattazione di secondo livello: un principio in sé giusto, ma che nulla c’entra col salario minimo, perché si rivolge a una platea completamente diversa”.
L’intervista a Calenda
Convinto di poter strappare il sì della Meloni sul salario minimo, Calenda ha anche parlato del suo rapporto con l’ormai ex alleato Matteo Renzi: “Già non era convinto quando lo abbiamo inserito nel programma del Terzo polo, come non ero convinto io della proposta di premierato, del sindaco d’Italia. Ed è normale, quando le strade si dividono, che ognuno torni al pensiero che aveva prima dei compromessi necessari per formare l’alleanza”. Calenda ha aggiunto che le strade tra i due movimenti si sono già separate quando Renzi ha negato la fusione: “Quanto successo dopo è la logica conseguenza: le nostre strade sono già separate da tempo”. Pressochè nulle le speranze di andare insieme alle europee del 2024: “Oggi è estremamente improbabile”.
