Lo psicanalista Luigi Zoja ha ragionato sull'educazione sentimentale ed emotiva dei giovani, che risulta carente anche per colpa degli smartphone e dell'eccessiva pornografia
Lo psicanalista Luigi Zoja ha riflettuto, in un’intervista pubblicata dal quotidiano La Verità, sul tema dell’educazione sentimentale ed emotiva, divenuto centrale nelle ultime settimane, soprattutto dopo la morte di Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex ragazzo Filippo Turetta. Non ritiene, tuttavia, che vi sia un vero e proprio aumento della violenza nei rapporti tra uomini e donne, quanto una diminuzione della sessualità, che “dal 2000 circa continua a diminuire e diminuisce per classi d’età”.
“I più giovani”, spiega Zoja, “praticano meno sessualità, e quindi abbiamo degli adulti che la praticano di meno. Da questo punto di vista, il maschio rompiscatole che pensa solo a ‘certe cose’ è in via non di scomparsa, ma di attenuazione”, ma con effetti (forse drammatici) legati anche al “calo delle nascite“. In questo senso, ritiene inutile l’introduzione dell’educazione sentimentale nelle scuole, perché il rischio è che si faccia solo “un parlare eccessivo, un cicaleccio che non cambia la condizione degli studenti”. I giovani, e gli studenti, infatti, secondo Zoja “sono molto spaventati dal nuovo mondo, dagli imprevisti e dal restare senza lavoro” e vivono in un contesto in cui manca anche “l’affettività, perché tutto sta diventando troppo meccanico e cinico”.
Zoja: “Smartphone e po*no distolgono i giovani dai rapporti”
Nel mondo contemporaneo, secondo Zoja, “non ci rapportiamo direttamente con le persone, ma indirettamente attraverso lo smartphone. Il non fare l’amore fra i giovani”, spiega tornando al discorso precedente, “o comunque il farlo meno di un tempo dipende molto da questi cambiamenti. I ragazzi si incontrano molto meno e si mandano delle immagini non educative. Soprattutto i maschi”, ragiona, “guardano un sacco di pornografia perché è disponibile gratuitamente, 24 ore su 24″.
Zoja, inoltre, ritiene infondata l’idea che viviamo in una società patriarcale, che ormai “non c’è più” grazie soprattutto alle conquiste del ’68. “Siamo in un’epoca in cui al centro sta un elemento maschile, solo che è appunto una epoca maschio-centrica e non patriarcale, cioè patricentrica”. Lo dimostra, tra le altre cose, il progresso fatto nel tema della paternità, perché “oggi abbiamo una maggioranza di uomini che vivono in coppia, che sono più gentili con la propria compagna”, ma secondo Zoja manca “l’educazione paterna” ovvero quella che fa comprendere ai bambini i limiti e i no.
