La pensione con Quota 41 potrebbe diventare realtà grazie alla soluzione "light" di Salvini e Durigon. Ma si è disposti ad un taglio sull'assegno?
Le pensioni con Quota 41 potrebbe prendere piede grazie ad una soluzione inventata di recente da Lega Nord. Dopo una serie di tentativi ed escamotage per far spazio a questa misura tanto desiderata da Salvini, ecco che arriva una proposta “light”.
I tentativi per far spazio a Quota 41 ci sono e continuano ad essere proposti. Dopo l’abolizione di Quota 103 Claudio Durigon e Lega Nord avrebbe optato per una misura light che terrebbe unicamente conto del “metodo contributivo“.
Pensioni con Quota 41: come può essere attuata?
La soluzione per integrare Quota 41 alle pensioni è stata definita “light.” Questo perché potrebbe essere attuata esclusivamente per coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa alla Seconda metà degli anni Ottanta e a patto di aver lavorato continuativamente e potendo contare su qualche anno di riscatto (per la laurea o il servizio militare ad esempio).
A tal proposito le donne sarebbero le potenziali e minori beneficiarie della misura (tenendo conto della discontinuità lavorativa per la maternità e altre situazioni lavorative e personali).
Il vantaggio di Quota 41 Light si suddividerebbe in due parti: la minor copertura finanziaria rispetto alla versione originale della misura e i costi inferiori nel medio e lungo periodo (seppur richiederà risorse poco sopra il miliardo di euro).
Una notizia positiva per l’esecutivo attuale, a fronte delle dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti e di Giorgia Meloni preoccupati da quanto sarebbe costata Quota 41 alla versione originale. Le prospettive affinché Matteo Salvini possa presentarla al tavolo tecnico sono molto più alte e soprattutto concrete.
Gli unici possibili “no”
Ed è proprio sul tavolo tecnico e al confronto coi sindacati che potrebbero sorgere i primi problemi e le conseguenti respinte. In particolar modo la Cgil che si è detta da sempre contraria a considerare il metodo contributivo per gli assegni pensionistici.
Il motivo principale di questa loro idea è legata al fatto che il taglio potrebbe comportare una riduzione che andrebbe dal 15% al 30%
