Chi è Tino Pietrogiovanna de 'La Valanga Azzurra'? Il ricordo di Gustav Thoeni e Piero Gros dei loro compagni di squadra e quel curioso aneddoto su...
Classe 1950 e originario di Santa Caterina Valfurva, in provincia di Sondrio, uno dei componenti della squadra, ma pure del gruppo di persone e amici, della “Valanga Azzurra” è noto oggi ai più giovani soprattutto per essere stato l’allenatore di due mostri sacri dello sci contemporaneo come Alberto Tomba e Deborah Compagnoni. Per scoprire chi è Tino Pietrogiovanna possiamo partire dai suoi esordi in pista alla fine degli Anni Sessanta anche se, al pari dei suoi colleghi, i primi piazzamenti degni di nota arriveranno qualche tempo dopo, a metà del decennio successivo grazie alla nascita di quella mitica squadra guidata da Mario Cotelli e alla famosa gara del 1974 con l’en plein azzurro e di cui abbiamo parlato negli articoli dedicati a Erwin Stricker e Helmuth Schmalzl (Pietrogiovanna si classificò quinto dietro quella generazione di fenomeni).
PIETROGIOVANNA, ‘COLONNELLO’ DELLO SCI AZZURRO: IL NOMIGNOLO NATO CON…
A differenza degli altri sciatori azzurri protagonisti del docu-film diretto da Giovanni Veronesi, il 74enne lombardo conquistò meno piazzamenti di prestigio e non riuscì a partecipare a competizioni iridate come ai Giochi Olimpici invernali: tuttavia nello scoprire chi è Tino Pietrogiovanna e dalle cronache dell’epoca che parlano di quella squadra, emerge la figura di un atleta a tutto tondo, dotato di grande tecnica e che si trovò a gareggiare contro alcuni grandi campioni che monopolizzarono per quasi un decennio la disciplina. Chiusa l’attività agonistica, Pietrogiovanna è stato allenatore della squadra italiana maschile di slalom e di gigante e, come accennato sopra, si è dedicato anche a seguire Tomba e poi la Compagnoni per qualche tempo nel corso degli Anni Novanta, passando poi a supervisionare da dt la squadra femminile.
“Sciavo con problemi della vista, eppure feci parte della ‘Valanga Azzurra’…”: per capire meglio chi è Tino Pietrogiovanna e scoprire qualche dettaglio più personale dell’ex sciatore si può fare riferimento a una intervista che qualche tempo addietro il 74enne aveva concesso al quotidiano ‘la Verità’, ricordando alcuni curiosi aneddoti. Infatti, nel suo rievocare quella stagione d’oro, Pietrogiovanna aveva raccontato della sua necessità di scendere in pista con gli occhiali, abitudine non certamente comoda e che, a suo dire, non gli “consentiva di vedere le buche e le porte”: tuttavia il diretto interessato aveva ammesso che comunque ‘il Colonnello’ (questo il suo soprannome perché era in Polizia e per via dei baffetti…) era sempre riuscito a supplire grazie alla sua tecnica, aspetto che condivideva con i vari Thoeni e Gros (“Con loro si era amici e anche rivali”).
