Come è morta la piccola Giulia di Acerra? Lo vogliono capire nel dettaglio gli inquirenti: ecco tutti gli aggiornamenti da Storie Italiane
Storie Italiane torna sul caso di Acerra, quello della piccola Giulia di 9 mesi uccisa da un pitbull mentre il papà dormiva. L’avvocato del papà è stato sentito da Vito Francesco Paglia di Storie Italiane, ed ha spiegato: “Per il momento non sarà ancora interrogato il mio assistito ma sicuramente verrà interrogato ma non adesso, non in questa fase. E’ stato conferito l’incarico ai due consulenti, attendiamo le determinazioni, uno è un consulente per i cellulari e l’altro è un igienista per comparare i tamponi fra bimba e cani. Cosa si cerca sul telefono? Sarà l’ingegnere a dire cosa è di interesse per il pubblico ministero”.
E ancora: “Non è chiaro a che ora si sia svegliato, vedendo la bimba a terra non ha guardato l’ora. Lui dice di essersi addormentato attorno alle 22:30/23 ma non si sa a che ora si è svegliato e appena si è svegliato ha preso la bimba e l’ha portata in ospedale, quello che è certo è che alle 00 e 26 si trovava in clinica con la bimba. Non è mai sceso di casa? Lui dice di no, c’è assolutamente un buco”. Paglia ha parlato anche con il medico legale, consulente del pubblico ministero, che sta eseguendo gli esami sulla piccola Giulia di Acerra: “La bimba aveva il collo spezzato? Non voglio entrare in merito, le ferite del cane erano alla testa e al viso”.
BIMBA UCCISA DA PITBULL AD ACERRA: “CI SONO ANCORA TANTE ATTIVITA’”
E ancora: “Ci sono tante attività da svolgere al momento, non è tutto così già determinato, ci sono attività di anatomia patologia, alle verifiche del dna dei cane, per quanto riguarda la causa del decesso io ho delle valutazioni ma sono un consulente del pubblico ministero quindi non posso esprimerle prima di depositarle. Io ho chiesto 60 giorni ma non è escluso che possa depositarle prima”.
Saranno quindi significative le risultanze emerse, a cominciare appunto dal capire come sia morte la piccola Giulia, veramente per la rottura del collo? Dal telefono invece potrebbero aver avuto emergere dei contatti, delle chiamate, delle telefonate, anche per capire se il padre sia stato sempre nell’abitazione la sera. In merito invece alle pulizie nell’abitazione, Vito Paglia spiega che al momento la procura sta lavorando su altro al momento “Tutti gli elementi che possono creare un castello indiziario un po’ più chiaro, e poi sentiranno il papà”. Secondo un medico in studio a Storie Italiane, il fatto che comunque l’uomo avesse fumato cannabis non avrebbe comunque mai potuto non accorgersi di quanto stesse accadendo, appunto del pitbull che sbrana la figlia “A meno che non fosse in uno stato di pre-coma. Certo è che chi assume sostanze tende a fare stupidaggini, magari ha lasciato a casa la figlia con leggerezza”.
