Sport Never Stop combatte la povertà educativa con attività sportive e formazione per oltre 1.500 bambini in otto città, promuovendo inclusione e benessere.
Tra le grandi sfide del nostro tempo sicuramente quella di combattere e contrastare la povertà educativa è una delle più importanti, nonché centrale e fondamentale per la società di oggi ma anche – e forse soprattutto – per quella di domani: attualmente la poche risorse allocate per questa importante sfida sono concentrate su progetti astratti che raramente si rivelano efficaci; ignorando o tralasciando che il primo passaggio per garantire un futuro reale ai giovani – e di conseguenza alle comunità in cui vivono – è quello di permettergli di andare oltre al contesto disagiato nel quale (talvolta, ma anche frequentemente) vivono.
Il progetto “Sport Never Stop”
Ed è proprio in questo in questo fondamentale orizzonte aperto, inclusivo e lungimirante che si inserisce la seconda – ed ancor più ambiziosa rispetto alla prima – edizione del progetto “Sport Never Stop” presentato proprio in queste ore nel milanese Palazzo Marino: l’occasione è stata quella di un evento organizzato con il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana, unitamente alla Fondazione L’Albero della Vita ETS e alla Fondazione Conad ETS.
A differenza della prima edizione di “Sport Never Stop” che si era esclusivamente incentrata sul capoluogo lombardo, quest’anno il progetto approderà in ben otto differenti città tra la già citata Milano e la vicina Bergamo, ma anche Genova, Venezia e Perugia, arrivando addirittura fino a Napoli, Catanzaro e Brindisi; il tutto riuscendo – così – a coinvolgere oltre 1.500 bambini tra i 6 e i 10 anni, reali protagonisti del progetto di contrasto alla povertà educativa.
In quale contesto sociale opera “Sport Never Stop”
Secondo l’ultimissimo rapporto stilato dall’ISTAT in merito all’importante tema della povertà educativa il nostro bel paese sembra essere in una condizione decisamente allarmante che ci parla del 70,5% di bambini e ragazzi tra i 3 e i 19 anni che nel corso del 2023 (ma possiamo ipotizzare anche prima e dopo) non hanno mai varcato la porta di una biblioteca, unitamente ad un alto 39,2% che preferisce la sedentarietà allo sport al punto da non averne mi praticato alcuno nel corso dello stesso anno; mentre al contempo non si può ignorare che secondo l’Università Cattolica milanese un bambino su sette vive in condizioni di precarietà alimentare con l’ovvio e conseguente rischio aumentato di malnutrizione ed obestià che possono portare a loro volta allo sviluppo di malattie croniche infantili.
Quali sono gli obbiettivi del progetto “Sport Never Stop”
Proprio partendo da questi allarmanti dati, il progetto “Sport Never Stop” ha deciso – come il nome lascia facilmente intendere – di fare dello sport la sua ragion d’essere, ma partendo da un’innovativa visione più ampia che lo considera come una sorta di ‘terza agenzia educativa’ che si posiziona al fianco della famiglia e della scuola; peraltro rendendolo accessibile grazie ad uno specifico contributo che copre interamente il costo delle lezioni (che vanno da quelle più classiche, fino alla novità come il cosiddetto ‘agility dog‘), di tutti gli attrezzi necessari, del trasporto e di tutte le visite mediche necessarie.
Gli oltre 1.300 bambini coinvolti nel progetto sportivo – che fanno parte di 14 differenti Istituti Comprensivi – entreranno a far parte di un lungo percorso dalla durata di otto mesi che partirà da un importante e non trascurabile focus sull’educazione alimentare utile a compiere scelte nutrizionali che scongiurino quel rischio di esclusione di cui parlavamo qualche riga fa; arrivando poi anche a vere e proprie lezioni di empowerment e sviluppo personale che li condurranno attraverso percorsi motivazioni particolarmente utili per affrontare con il giusto spirito lo sport, ma anche – e forse soprattutto – l’intera vita.
Il perché di un impegno diretto dalla Fondazione l’Albero della vita ETS e Fondazione Conad ETS
Presentando il progetto all’evento milanese, Isabella Catapano – direttrice generale dell’Albero della Vita ETS – ha ricordato l’impegno che da anni la sua fondazione pone proprio nel “contrasto alla povertà educativa di bambini e adolescenti disagiati” sui quali è importante “agire subito” per scongiurare il rischio che si crei “uno svantaggio difficilmente colmabile“: l’obbiettivo è quello di fornire ai ragazzi “strumenti, opportunità e stimoli” con un lavoro che – grazie anche al supporto delle “scuole” – di “educazione a tutto tondo” che si incentra anche sul “benessere psicofisico” e sulla crescita personale.
Dal conto suo – invece – il direttore generale di Conad Consorzio Nazionale Francesco Avanzini, ha posto l’accento sul fatto che il progetto “‘Sport Never Stop’ (..) incarna perfettamente [la] missione” del consorzio e della Fondazione Conad ETS di aiutare i giovani in difficoltà contrastando al contempo “la povertà educativa” e “la criminalità“, il tutto grazie allo sport che “è un potente strumento di crescita” che può impattare concretamente “sulle famiglie e sulle comunità in cui operiamo“.
Infine – ma certamente non per importanza -, il segretario generale e direttrice della Fondazione Conad ETS Maria Cristina Alfieri si è detta “orgogliosa di sostenere un progetto sociale che si distingue” per due principali aspetti: da un lato “la qualità dell’intervento” in grado di offrire a bimbi e ragazzi in difficoltà “un percorso davvero intenso sia dal punto di vista sportivo che educativo“; unitamente – dall’altro lato – alla capacità di “fare rete con altri attori” come “scuole, istituzioni, terzo settore e famiglie” creando una vera e propria “unione” che si ripercuote inevitabilmente “sul benessere dell’intera comunità“.
