George Pell artefice di un miracolo? Il caso di un bambino di 18 mesi salvo dopo aver smesso di respirare per 52 minuti e cosa c'entra il cardinale
Una coppia di genitori grida al miracolo del cardinale George Pell dopo che il figlio è riuscito a sopravvivere a una caduta in piscina in seguito alla quale aveva smesso di respirare per 52 minuti. A raccontare l’accaduto è stato l’arcivescovo di Sydney Anthony Fisher durante un evento in un college cattolico della città australiana, organizzato per onorare l’eredità lasciata dal religioso.
L’economo del Vaticano, prima condannato per pedofilia, poi prosciolto e riabilitato, sarebbe l’artefice di un miracolo secondo una famiglia dell’Arizona: i genitori di Vincent, un bambino di 18 mesi, hanno dichiarato di aver pregato per l’intercessione del defunto cardinale prima che il piccolo fosse dimesso dall’ospedale.
Stando a quanto riportato dai media locali e dal Daily Mail, il bambino è sopravvissuto senza riportare danni al cervello, ai polmoni o al cuore. “Il bambino è sopravvissuto ed è stato staccato dal supporto vitale. Ora sta bene e i medici lo definiscono un miracolo“.
LE PREGHIERE AL CARDINALE GEORGE PELL
D’altra parte, non è detto che si decida di intraprendere tale strada. In base alla ricostruzione del caso, Vincent avrebbe trascorso 10 giorni in ospedale prima di essere dimesso. Pare che lo zio sia un prete cattolico e che sia stato lui a contattare padre Joseph Hamilton, ex segretario del cardinale australiano, chiedendo di pregare per la guarigione del bambino durante il ricovero.
Lo stesso Hamilton, come riportato dal Daily Mail e da The Australian, ha affermato che i genitori del ragazzo avevano pregato Pell dopo averlo incontrato nel 2021 mentre era in tournée per la presentazione del libro “Prison Journal” nella loro città natale, Phoenix. Il libro, in tre volumi, venne scritto da Pell durante i 13 mesi di detenzione per abusi sessuali su minori, una condanna poi annullata all’unanimità dalla più alta corte australiana. Dunque, l’arcivescovo di Sydney attribuisce all’intercessione del cardinale Pell la miracolosa sopravvivenza del bambino.
Non viene escluso che i sostenitori di George Pell possano citare tale vicenda come uno dei due miracoli necessari per la procedura di canonizzazione. In genere non inizia prima di almeno 5 anni dalla morte dell’individuo e sarebbe probabilmente un processo difficile, alla luce dell’eredità controversa di Pell, oltre che per il fatto che il processo, una volta aperto, può durare anche decenni. Inoltre, è necessario che il miracolo venga “verificato”.
La Chiesa, infatti, sottopone i miracoli presentati in una causa di beatificazione a uno scrutinio rigoroso e a un esame da parte di medici professionisti per escludere qualsiasi ragione naturale o scientifica per le guarigioni prima di dichiarare che si tratta di miracoli ricevuti per intercessione di un uomo o di una donna virtuosi.
