Chi è Alberto Trentini, il cooperante 45enne arrestato in Venezuela lo scorso novembre: il governo cerca di mediare il rilascio, ma Caracas non collabora
È ormai dallo scorso 15 novembre che non si hanno informazioni concrete e verificabili sul cooperante italiano Alberto Trentini, arrestato in Venezuela e sottoposto ad un durissimo regime carcerario di isolamento completo senza alcun contatto con l’esterno e la sua famiglia sempre più preoccupata del destino del 45enne: il caso tornerà protagonista questa sera della puntata del programma di Rai 3 ‘PresaDiretta‘ condotto da Riccardo Iacona; il tutto mentre l’attenzione pubblica e politica sul caso di Alberto Trentini è tenuta viva anche dai suoi familiari grazie alla mobilitazione collettiva sui social e con un’apposita petizione per chiedere al governo interventi rapidi.
Partendo dal principio – in attesa delle potenziali novità che potrebbe aver scoperto la redazione di ‘PresaDiretta’ – è importante ricordare che di Alberto Trentini si persero le tracce lo scorso 15 novembre mentre percorreva la strada tra Caracas e Guasdualito per svolgere il suo lavoro da operatore della ong Humanity & Inclusion che si occupa delle persone con disabilità: venne arrestato assieme al suo autista e solamente il giorno successivo venne confermato il suo arresto dalle autorità di Caracas.
Cos’è successo ad Alberto Trentini: tutto quello che sappiamo sulla detenzione in Venezuela che dura dallo scorso novembre
Da lì è seguito un lunghissimo ed estenuante silenzio sull’arresto di Alberto Trentini almeno fino a quando – il successivo gennaio – il ministro Antonio Tajani ha confermato di essere in stretto contatto con le autorità venezuelane per ottenere la scarcerazione del cooperante 45enne e il sottosegretario Alfredo Mantovano definì l’intera situazione come “complessa” e di “difficile soluzione”: a febbraio Repubblica – che segue il caso fin dall’inizio con regolarità – ha precisato che il caso di Alberto Trentini sarebbe nelle mani della Direzione generale del controspionaggio militare venezuelano e pochi giorni dopo Caracas ha fornito una prova delle condizioni di salute del cooperante al governo.
Grosso modo le informazioni certe che abbiamo su Alberto Trentini si esauriscono qui e non è neppure certa la sua attuale posizione e gli effettivi reati che gli sono contestati, fermo restando – anche se non sappiamo gli esiti dell’operazione – che gli 007 italiani che si occupano degli esteri diversi mesi fa si sono recati a Caracas per incontrare il carcerato prima che si aprisse il processo a suo carico; mentre i familiari del 45enne continuano a chiedere giustizia tramite i social e hanno organizzato – oltre ad alcune proteste pacifiche come uno sciopero della fame a staffetta – una petizione per chiedere una risposta celere dal governo al caso del cooperante.
