Strage di Capaci, si indaga su concorrenti esterni a Cosa nostra: l'esclusiva di Tv7 in onda oggi. Non fu solo mafia secondo la pista investigativa
La strage di Capaci al centro anche della nuova puntata di Tv7, in onda nella notte di venerdì 23 maggio su Rai 1. L’inviata Maria Grazia Mazzola ha raccolto in esclusiva la nuova ipotesi investigativa della Procura di Caltanissetta: il procuratore Salvatore De Luca si sta concentrando sui possibili concorrenti esterni a Cosa Nostra nelle stragi del ’92, ma si sta anche seguendo la pista degli intrecci tra politica e imprenditoria, mafia e massoneria.
Dietro la strage in cui sono morti il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della sua scorta, potrebbe non esserci solo la mafia, ma potrebbero esserci interessi convergenti. Di sicuro, dietro la strage di Capaci non c’è la destra eversiva, né nella pianificazione né nell’esecuzione della strage; in particolare, non è coinvolto Stefano Delle Chiaie, fondatore di Avanguardia Nazionale.
Il gip di Caltanissetta, Santi Bologna, ha accettato la richiesta della Procura, archiviando il fascicolo, perché non ci sono prove affidabili né dai testimoni né dalle indagini che colleghino Delle Chiaie alla strage.
STRAGE DI CAPACI, LE ZONE D’OMBRA E GLI INTRECCI OSCURI
Le zone d’ombra da chiarire non mancano e potrebbero essere legate a collusioni tra mafia, politica e forse anche strutture dello Stato. Quel che appare evidente è che la narrazione ufficiale sulla strage di Capaci sia incompleta e parziale. La verità non è completa: ci sarebbero mandanti esterni, soggetti fuori da Cosa Nostra mai identificati, quindi il movente non può ridursi a una vendetta mafiosa, ma sarebbe più complesso e politico. Le domande a cui trovare risposta sono diverse e sono state sintetizzate dall’associazione ANTIMAFIADuemila.
Ad esempio: chi convinse Totò Riina a cambiare piano? Inizialmente si voleva uccidere Falcone a Roma in modo tradizionale, ma poi, su suggerimento di personaggi “importanti” (non identificati), si decise per un attentato esplosivo spettacolare. Questo cambiamento risale al 5 marzo ’92, quando il commando fu richiamato in Sicilia.
Inoltre, chi entrò nella stanza di Falcone al Ministero della Giustizia dopo la sua morte? I sigilli della Procura vennero violati da ignoti per accedere al suo computer, che conteneva dati sensibili. Ma cosa contenevano? E come fu possibile questa violazione? Si ipotizza che Falcone volesse verificare l’ipotesi degli intrecci tra mafia e destra eversiva per l’omicidio di Piersanti Mattarella. Ma queste sono solo alcune delle domande senza risposta sulla strage di Capaci, a cui la Procura di Caltanissetta vuole trovare risposta.
