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Home » Cronaca » Cronaca Nera » Giovanni Brusca libero grazie alla legge Falcone/ Il paradosso del pentito che uccise il giudice

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Giovanni Brusca libero grazie alla legge Falcone/ Il paradosso del pentito che uccise il giudice

Davide Giancristofaro Alberti
Pubblicato 4 Giugno 2025
Giovanni Brusca mafia

Giovanni Brusca

E' ufficialmente libero Giovanni Brusca, considerato uno dei criminali più sanguinari della storia italiana: ha sfruttato la legge Falcone

Giovanni Brusca è ufficialmente un uomo libero. Uno degli esponenti della mafia che il 23 maggio del 1992, durante la famosa strage di Capaci, uccise il giudice Giovanni Falcone, è tornato in libertà dopo aver scontato la sua pena. La cosa beffarda è che “l’uscita dal carcere”, come ricorda RadioRadio, è stata favorita da una legge voluta proprio dallo stesso Falcone.


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Giovanni Brusca è considerato uno dei più grandi criminali della storia italiana, ben 150 omicidi pubblicamente dichiarati dallo stesso, fra cui quelli di numerosi esponenti antimafia come magistrati e collaboratori. Il culmine della sua carriera criminale venne però raggiunto nella primavera di 33 anni fa, visto che fu proprio lui a premere il detonatore che innescò i quintali di tritolo piazzati nei pressi dell’autostrada di Capaci e che fecero saltare in aria il povero Falcone e tutta la sua scorta (morirono in totale 5 persone).


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GIOVANNI BRUSCA E’ LIBERO: COSA E’ SUCCESSO

Dopo quell’episodio Giovanni Brusca si diede alla macchia ma continuò a mietere vittime, facendo dello stesso il più grande latitante italiano del periodo, per lo meno per i 4 anni successivi visto che il 20 maggio del 1996 fu consegnato alla giustizia dopo l’arresto a Cannatello. Lo “scannacristiani”, così come venne in seguito soprannominato per la sua sfilza di reati, appena fermato decise di infischiarsene di una delle prime leggi della mafia, quella di non parlare, divenendo così un collaboratore di giustizia.

Grazie alle sue “soffiate” lo Stato è potuto venire a conoscenza di alcuni dei più grandi segreti dell’organizzazione criminale corleonese. Ma perchè collaborare? Perchè proprio Falcone decise di introdurre una legge che permetteva di sfruttare appunto i collaboratori di giustizia concedendo loro dei benefici penitenziari, di conseguenza lo stesso Brusca ha ottenuto la libertà dopo il regime vigilato dal 2021, così come stabilito dal tribunale di Milano.


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GIOVANNI BRUSCA E’ LIBERO: UNA LEGGE CHE HA PERMESSO NUMEROSI BENEFICI

Qualcuno potrebbe storcere il naso, forse sorridere a denti stretti di fronte a questo paradosso, ma come fa notare RadioRadio non va dimenticato cosa ha ottenuto lo stato grazie alle collaborazioni degli ultimi anni con gli ex criminali. Le sue dichiarazioni hanno infatti permesso di sbattere in galera altri criminali sanguinari come ad esempio i mandanti e gli autori del delitto del povero Giuseppe Di Matteo, figlio di Santino, a sua volta collaboratore di giustizia.

Brusca ha parlato anche delle connessioni fra stato e mafia, con i legami mai chiariti fino in fondo con alcuni dei principali partiti italiani, in cominciare gli ormai defunti Democrazia Cristiana e Partito Socialista Italiano. Ha sgretolato pezzo per pezzo Cosa Nostra, aprendo poi uno squarcio fra la presunta collaborazione fra alcuni ufficiali del ROS e gli esponenti del clan dopo la morte di Falcone e prima di quella del giudice Borsellino, avvenuta il 19 luglio del 1992 in quel di Palermo.


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