Cellulare vietato a scuola anche alle superiori, Valditara illustra le motivazioni del provvedimento: "Dobbiamo difendere la salute dei giovani"
Cellulare vietato a scuola, anche alle superiori. Dopo la pubblicazione della circolare diffusa dal Ministero, nella quale sono state indicate le linee guida per il rispetto della regola, è intervenuto anche Valditara a spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a prendere questo provvedimento che ha definito “Necessario per difendere la salute dei giovani“, facendo riferimento a studi internazionali, nei quali emergono i rischi di un utilizzo improprio dello smartphone durante le ore scolastiche e dell’iperconnessione in particolare negli adolescenti.
Come ha infatti illustrato il ministro: “È ormai stato dimostrato da numerose ricerche scientifiche che l’abuso del cellulare da parte dei ragazzi ha un impatto negativo su memoria, concentrazione e perfino fantasia e quindi influisce negativamente sul rendimento scolastico“. Questo era stato sottolineato ampiamente anche nel documento stesso, che evidenzia come anche altri Paesi Ue stiano adottando queste disposizioni sulla base delle stesse evidenze, proprio per dare priorità al benessere degli studenti.
Valditara: “Cellulare vietato a scuola, anche alle superiori, per migliorare il livello di concentrazione e apprendimento”
Il ministro Valditara ha commentato la circolare ministeriale inviata ai dirigenti scolastici, nella quale si introduce la nuova regola del cellulare vietato a scuola, in vigore anche per le scuole superiori, giustificando il provvedimento con la necessità di proteggere la salute dei giovani sulla base di evidenze scientifiche che dimostrano gli effetti negativi di un abuso di tali dispositivi, non solo in classe durante le lezioni, ma anche a fine didattica. Pertanto, l’utilizzo sarà limitato e permesso solo qualora lo strumento digitale dovesse essere inserito in uno specifico piano educativo proposto per studenti con difficoltà nell’apprendimento o in alternativa quando sussistono comprovate necessità personali urgenti.
Tra le ricerche citate da Valditara, c’è in particolare quella dell’Oms, nella quale vengono confermate le conseguenze dell‘iperconnessione negli adolescenti che trascorrono davanti allo smartphone più di 6 ore al giorno, con disturbi e sintomi che possono essere sia di tipo psicologico che fisico come ad esempio problemi del sonno ma anche difficoltà nelle relazioni, fino allo sviluppo di vere e proprie dipendenze che poi si ripercuotono anche sull’apprendimento, con minori livelli di concentrazione e di conseguenza anche un limitato rendimento scolastico.
